Quel che passa il convento

Il convento della politica italiana, nonostante gli autorevoli e credibili appelli del presidente Mattarella, passa poco o niente. Il clima emergenziale, anziché spingere alla collaborazione costruttiva, avvelena il confronto e irrigidisce le posizioni. Bisogna quindi “accontentarsi” di quello che si ha a disposizione e di quel che viene offerto, adattandosi alla situazione e non avendo purtroppo altre possibilità.

Vale per il governo che, nonostante la buona fede e l’impegno, si dimostra piuttosto inadeguato per debolezza politica intrinseca e per scarsa qualità soggettiva; vale per l’opposizione impiccata all’albero della strumentalizzazione, oscillante fra la sdegnosa indisponibilità e la pelosa disponibilità a collaborare. Avverto i deboli di cuore che proseguirò con una analisi “spannometricamente” spietata e “sfogatamente” provocatoria.

I due personaggi emblematici di questa impasse sono Giuseppe Conte e Silvio Berlusconi. Siamo alle prese con due soggetti il cui approccio alla politica è molto diverso. Conte è avvocato/professore capitato a Palazzo Chigi per caso, un coniglio tirato fuori dal cilindro di Grillo, accettato obtorto collo dal Capo dello Stato: strada facendo, ci ha preso gusto, sfruttando equilibri politici precari, ma senza alternative. Berlusconi è un imprenditore (più affarista che imprenditore) improvvisatosi politico, preoccupato prima di tutto di fare i propri interessi e poi di incantare la gente, convincendola che chi sa curare i propri interessi sa curare anche quelli del Paese.

Il primo vuole rimanere premier all’onore più del mondo che dell’Italia; il secondo vorrebbe rientrare nei giochi e sarebbe disposto a tutto pur di contare qualcosa in un panorama che tende a tagliarlo fuori. Conte è prigioniero di se stesso e di un governicchio estremamente debole e contraddittorio; Berlusconi si è col tempo trasformato da apparecchiatura pericolosa e ingombrante a cianfrusaglia insignificante. Sono entrambi insipidi per opposti motivi: un piatto freddo e una minestra riscaldata. Tutto sommato non contano un cazzo, ma lo dicono bene. Da lôr a niént da sén’na!? Due debolezze diverse, che, come ben si sa, pur messe insieme non fanno una forza. Il premier non prova neanche a sostituire qualche ministro palesemente inadeguato, perché sa perfettamente che il castello è talmente precario che, anche toccandolo appena, si rischia di farlo miseramente crollare. Il cavaliere vorrebbe tanto ergersi a leader dell’opposizione costruttiva, ma non ha i voti, non ha più il carisma, non ha la forza politica per una simile avventura.

E allora entrambi vivacchiano. Conte ce la mette tutta, ma, quando il tutto è così poco, non basta. Preparare una buona torta, con ingredienti scarsi di qualità e quantità, è impresa ardua, quasi impossibile. Berlusconi gioca il doppio ruolo del poliziotto buono, prendendo le distanze da alleati impresentabili e inconfessabili come Salvini e Meloni, costretto però a rientrare precipitosamente nel ruolo del poliziotto cattivo per necessità e senza alcuna virtù. Questa è la politica italiana in tempo di Covid 19.

La società italiana potrebbe sicuramente esprimere qualcosa di meglio, ma per ora il convento è quello di cui sopra. Non resta che prenderne atto senza illudersi che Conte possa diventare De Gasperi e Berlusconi possa impersonificare una opposizione stimolante e convincente alla Malagodi. Relativamente alla pandemia si spera un po’ troppo nell’effetto miracoloso del vaccino, per la politica non esiste vaccino e gli anticorpi ce li dobbiamo fare da soli. Alla fine degli anni ottanta del secolo scorso, allo scadere della cosiddetta prima repubblica, Gianni Agnelli disse che per ricostruire una classe dirigente sarebbero occorsi vent’anni. Ne sono passati trenta e siamo ancora ben lontani dalla metà del guado. Il craxismo sotterrò la prima repubblica, il berlusconismo partorì e soffocò nella culla la seconda repubblica, il grillismo da una parte e il salvinismo dall’altra stanno dando la spinta definitiva per buttare la repubblica nella merda. E adesso…