Acqua fetida al mulino dell’inequità

Quando si scherza si scherza. In certi casi però non si può continuare a scherzare. Riporto di seguito una choccante corrispondenza dagli Usa di Francesco Giambertone del Corriere della Sera.

“Mentre 50 milioni di americani in questi sette mesi hanno perso il lavoro a causa della crisidel coronavirus, i super ricchi negli Usa sono diventati ancora più ricchi. I 643 multimiliardari che vivono negli Stati Uniti hanno aumentato le loro fortune del 29% dal 18 marzo, mentre in mezzo mondo scattavano i lockdown e milioni di aziende fermavano le proprie attività.

Secondo un report dell’Institute for Policy Studies, un think thank progressista, il patrimonio complessivo di queste 643 persone è cresciuto di 845 miliardi di dollari, passando da 2.950 miliardi a 3.800: cioè quasi 5 miliardi di dollari in più al giorno.
L’uomo più ricco del pianeta ha fatto un altro salto in avanti: Jeff Bezos, fondatore e capo di Amazon – la piattaforma diventata per milioni di persone quasi l’unica possibilità di fare acquisti durante la chiusura – è passato dal possedere 73 miliardi ad averne 186.
Elon Musk ha praticamente quadruplicato il suo patrimonio, arrivando a 92 miliardi di dollari, e Mark Zuckerberg l’ha quasi raddoppiato, raggiungendo i 100 miliardi.

La notizia ha (prevedibilmente) suscitato scalpore e indignazione, e riportato in auge una proposta dei democratici Bernie Sanders e Ilhan Omar – entrambi dell’ala più radicale del partito – che chiede di istituire un’imposta una tantum per gli ultraricchi del tech: il «Make Billionaires Pay Act» tasserebbe al 60% i loro guadagni. Se passasse, Bezos e Musk verserebbero in due circa 70 miliardi di dollari di tasse (utili a coprire i costi sanitari degli americani). Alcuni Stati ci stanno già provando: il New Jersey, come annunciato ieri dal governatore dem Philip D. Murphy, è diventato uno dei primi ad aumentare le tasse sui redditi superiori al milione di dollari, alzando l’aliquota di quasi 2 punti percentuali (ora la tassazione è al 10,75%).

In questa misura «compensatoria» lo Stato punta a dare un aiuto da 500 dollari alle famiglie in difficoltà per la pandemia. Ma i Repubblicani avvertono che il provvedimento potrebbe portare alla fuga di migliaia di cittadini più abbienti. «Non abbiamo nessun rancore verso chi ha successo nella vita – ha risposto il governatore Murphy – ma in questi tempi senza precedenti è arrivato il momento del sacrificio anche per i più benestanti di noi»”.

So benissimo quali possono essere le motivazioni in difesa dello status quo: la fuga dei capitali, il disamore per gli investimenti produttivi, un freno ai meccanismi economici di sviluppo. Devo essere sincero? Non me ne frega niente! Scappino pure, si seggano a contare i loro soldi, si blocchino a contemplare l’economia. Non si può continuare a portare acqua fetida al mulino dell’inequità. Molte cose devono cambiare nel nostro sistema economico. Non è possibile che pochi ricconi la facciano da padroni del mondo.

Gesù, quando ha preso a bastonate i mercanti nel tempio buttandoli fuori e distruggendo i loro beni, non si è preoccupato del sistema economico di Israele né. tanto meno, della sopravvivenza economica della Chiesa di allora. Si è scatenato. E io, che mi dico cattolico, dovrei sottilizzare di fronte ai dati di cui sopra? Non so quale possa essere il punto d’attacco, ma ci deve pur essere. Basta! E se posso apparire comunista di ritorno, pazienza.

Dice papa Francesco in risposta a chi l’accusa di essere comunista e pauperista: «Parlare sempre dei poveri non è comunismo, è la bandiera del Vangelo. I comunisti ci hanno rubato questa bandiera, ma i poveri sono al centro del Vangelo». Qualcuno dirà che sono diventato un integralista: anche di questa accusa non me ne può fregar di meno. Questo cambiamento s’ha da fare!