Tridico e tridisdico

Non sono iscritto al partito “della forbice” perché non credo che i problemi si risolvano tagliando sic et simpliciter a destra e manca. Questo approccio pseudo-politico è riconducibile alla propaganda, vale a dire ad azioni intese a conquistare il favore o l’adesione di un pubblico sempre più vasto mediante ogni mezzo idoneo a influire sulla psicologia collettiva e sul comportamento delle masse. Spesso il termine propaganda può polemicamente alludere a grossolane deformazioni o falsificazioni di notizie o dati, diffuse nel tentativo di influenzare l’opinione pubblica.

È successo grosso modo così con il taglio dei parlamentari e la gente, più o meno ingenuamente e/o qualunquisticamente, ha abboccato, aiutata anche dall’assenteismo di deputati e senatori, dalla loro inconcludenza e dalla loro incoerenza. Gli elettori hanno sempre ragione anche se potrebbero essere un po’ meno disponibili ad assorbire le panzane populiste: al partito “forbice” fa riscontro l’elettorato “spugna”. Non torno nel merito del discorso oggetto dell’ultimo referendum: è andata in un certo modo e occorre prenderne atto.

C’è pero una strana coda del serpente populista che sta emergendo. Tutti si sono scandalizzati del cospicuo aumento del compenso al presidente dell’Inps Pasquale Tridico: da 60 a 150 mila euro annui. Non sono in grado di valutare la professionalità, la quantità e qualità dell’impegno, l’attenzione e l’esperienza richieste a chi ricopre una simile carica. Stupisce comunque il clamoroso balzo in avanti oltretutto disposto nel momento meno adatto per una simile decisione, che effettivamente suona beffarda davanti all’opinione pubblica alle prese con preoccupazioni e sacrifici di vario genere.

Ma la stranezza che mi ha colpito maggiormente è stata la reazione del grillino (?) Luigi Di Maio e del leghista (?) Matteo Salvini. Il primo ha dichiarato in perfetto politichese: «L’aumento dello stipendio del presidente dell’Inps? Su questo chiederò chiarimenti nelle prossime ore». Il secondo ha sputato un po’ di veleno come sempre fa: «Tridico prima paghi la cassa integrazione alle migliaia di lavoratori che la aspettano poi si dimetta». Lasciamo stare il solito giochetto al rinvio adottato da Di Maio, il quale sembra aver assorbito alla perfezione tutte le peggiori cattive abitudini dei politici di vecchio stampo senza tuttavia averne assimilato le poche o tante buone qualità. Lasciamo stare che sembra quasi che Tridico debba pagare la cassa integrazione coi suoi soldi: più demagogia di così! Che lascia interdetti è il fatto burocraticamente provato che gli stipendi di oggi dei vertici di Inps, ma anche di Inail, sono frutto di un patto Lega-M5S siglato all’interno del governo giallo-verde fra l’allora ministro del lavoro e vice-presidente Luigi Di Maio e l’altro vice-presidente Matteo Salvini, con l’avallo del premier Conte. Oggi questi signori non possono far finta di niente, perché c’erano e non credo potessero dormire su partite così delicate.

E allora come la mettiamo? Molto semplicemente in quel momento a loro stava opportunisticamente bene così. Oggi, a distanza di pochi mesi, non sta loro più bene e se ne lavano le mani. Sicuramente allora stava bene per motivi di puro potere, mentre adesso non sta più bene per motivi di puro, deteriore e tardivo populismo.

Appare goffa e penosa la reazione del diretto interessato: «Non l’ho deciso io e non prenderò gli arretrati». Anche Giuseppe Conte non scherza quanto a dribbling politico: «Non posso prendere un impegno: ho chiesto un approfondimento. Fatemi fare una verifica». Non insisto perché questi personaggi mi fanno quasi tenerezza tanta è la loro insipienza. L’Inps non andrà in fallimento per il compenso del suo presidente, può anche darsi che l’aumento sia meritato e che quindi sia inutile stracciarsi le vesti. Però la cosa che mi dà veramente fastidio è l’incoerenza dei populisti a corrente alternata. Già il populismo non lo digerisco, figuriamoci se condito in salsa pentaleghista scaduta.

Di Maio spieghi perché sia sta fautore dell’auto-taglio di stipendio dei parlamentari grillini e poi sia andato a scivolare sulla buccia di banana del compenso ad un alto esponente della casta (uso questo termine non per disprezzare il signor Tridico che non conosco e non so di preciso che cavolo faccia, ma per sbugiardare i sedicenti anti-casta). Salvini spieghi perché Tridico andasse bene quando al governo c’era lui e adesso invece debba dimettersi. E questi personaggi sarebbero il nuovo della politica italiana? Se è così, torniamo pure in tutta fretta al vecchio.