Geppetto in discoteca

Ma che razza di società abbiamo costruito? Il problema fondamentale all’ordine del giorno è costituito dalle discoteche, dove i giovani scommettono sulla loro e altrui vita. Quali mascherine, quale distanziamento? Tutti in pista a ballare, a fare casino, a far finta di divertirsi. Ci sarebbero tutti i presupposti per chiudere questi potenziali focolai di covid, ma guai a chi tocca le discoteche.

Sono anziano e non posso pretendere una società a misura di anziano. Mi rendo perfettamente conto che i giovani hanno le loro esigenze (?), che le vacanze sono diventate un rito irrinunciabile, che i rapporti interpersonali si giocano anche e soprattutto nelle movide, le quali hanno ben poco da spartire col movimento sociale ed artistico diffuso in Spagna dalla fine degli anni settanta con la caduta della dittatura franchista. Il termine movida ha infatti via via perso tale connotazione culturale e socio-artistica ed è stato, ed è tuttora, utilizzato per indicare l’animazione, il “divertimento” e la vita notturni.

Sono stato giovane anch’io, mi piacevano lo svago e il divertimento, ma non ho mai vissuto per divertirmi e non ho mai pensato al divertimento come la base irrinunciabile della mia esistenza. Il problema quindi non è il rapporto tra divertimento e lotta al coronavirus, ma il ruolo e il posto che il divertimento può avere nella vita. Di conseguenza lo stretto nodo socio-economico consiste nel fatto di avere costruito una società che sta in bilico sul filo del rasoio dei consumi di evasione. Sembrano quindi fuori dal mondo le opinioni che riporto di seguito, anche se hanno di per sé motivazioni razionali e in parte condivisibili: è inutile però partire dalla fine facendo finta che la società sia diversa, interpretando il ruolo di grilli parlanti, di pedagoghi fallimentari, di politici del giorno dopo.

“Se i numeri non cambiano sarà inevitabile; la prossima settimana si cercherà di condividere una scelta rigorosa con tutte le regioni”. Così il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia in un colloquio con La Stampa incentrato su una nuova possibile stretta sui locali della movida, discoteche (che – dice – non si sarebbero dovute riaprire) e stabilimenti balneari.  “Si è avuta molta più attenzione ad aprire le discoteche a giugno che ad altro. Questa per noi è una scelta non accettabile. Non abbiamo nulla contro le discoteche, ma se hai chiesto a un Paese di stare chiuso in casa, se hai chiuso le aziende, speso miliardi e miliardi per pagare la cassa integrazione alle persone per non lavorare, poi non puoi per pura propaganda, per rispondere a qualche lobby che ti sta vicina, riaprire le discoteche e infischiartene delle ricadute che avrà questa scelta”. Lo ha detto la ministra Teresa Bellanova a Lecce, presentando la lista di Italia Viva a sostegno del candidato presidente della Regione Puglia, Ivan Scalfarotto.

In Emilia-Romagna per evitare un rialzo dei contagi di Sars-Cov2, una nuova ordinanza firmata dal presidente Stefano Bonaccini prevede di dimezzare la capienza per gli ingressi alle discoteche (sarà ridotta del 50%) e stabilisce l’obbligo di indossare sempre la mascherina. Disposta anche la eventuale chiusura immediata del locale non appena accertate le infrazioni. Il provvedimento è in vigore dalle 13 di Ferragosto e vale per quelle all’aperto ora in esercizio in regione. Quelle al chiuso infatti non hanno mai riaperto dopo il lockdown. La stessa cosa in Veneto.

Ai grilli parlanti rispondono i “Lucignolo” di turno con i loro sacrosanti Paesi dei balocchi: i gestori delle discoteche. “Ancora una volta si colpisce un settore che viene identificato come un luogo in cui tutti mali della società convivono. Adesso ci è stato affibbiato il ruolo degli untori, ci è stato affibbiato anche quello. Prima drogavamo i ragazzi, li ubriacavamo, adesso li contagiamo nonostante non ci sia un solo caso di ragazzo o ragazza che si sia contagiato nei nostri locali”. Così il presidente del Silb-Sindacato Italiano Locali da Ballo Emilia-Romagna, Gianni Indino, commenta l’ordinanza con cui la Regione prevede di dimezzare la capienza per gli ingressi in discoteca e stabilisce l’obbligo di indossare sempre la mascherina. “Non siamo il capro espiatorio per niente e per nessuno. C’è qualcuno che ci porta come fossimo uno scalpo e ci dà in pasto all’opinione pubblica”.

In mezzo i “Pinocchio” moderni che tendono però a rimanere burattini vita natural durante e i “Geppetto”, come me, che non si rendono conto di avere contribuito a “burattinizzare” le persone e la società. Ci vorrebbe proprio una fata dai capelli turchini, invece è arrivato mangiafuoco.