Troppi stregoni a caccia delle streghe

Credo di essere stato facile profeta nel prevedere, nei giorni scorsi, che la desecretazione dei verbali del comitato tecnico scientifico sull’emergenza covid 19 non avrebbe fornito utili elementi, ma avrebbe creato solo ulteriore confusione, sollevando il solito polverone di polemiche strumentali. Da questi verbali appare che il comitato aveva consigliato in data 03 marzo di istituire una ulteriore zona rossa nei comuni lombardi di Alzano e Nembro, parere disatteso dal Governo nel senso che si preferì dopo tre giorni imporre il lockdown in tutta la Lombardia, per poi estendere la chiusura il 09 marzo a tutta l’Italia in contrasto con il suddetto Comitato che consigliava chiusure articolate e diversificate per regione.

Pur non essendo un ammiratore ante litteram di Giuseppe Conte e del suo strano e zoppicante governo, mi sforzo di essere obiettivo e di valutare, come mi ha insegnato mio padre, i pro e i contro. Innanzitutto bisogna riportare indietro il calendario a quei drammatici giorni in cui era oltre modo difficile capire la situazione e decidere il da farsi. Del senno di poi son piene le fosse e probabilmente lo stesso Conte, se potesse tornare indietro, eviterebbe certi errori commessi.

In secondo luogo gli organismi scientifici non erano e non sono depositari di assolute verità: lo hanno dimostrato ampiamente snocciolando contraddizioni in un tira e molla spesso poco dignitoso e molto clamoroso.  Se, da una parte, Conte si rimette al pensiero forte degli scienziati, lo si accusa di debolezza, di appiattimento e di declinamento delle proprie responsabilità; se, dall’altra parte, decide in parziale dissenso con i pareri fornitigli, lo si accusa di assurda muscolarità, di fastidiosa presunzione e di petulante preoccupazione mediatica.

In terzo luogo bisogna chiedersi come avrebbe reagito la pubblica opinione davanti a immediati drastici provvedimenti, allorquando non esisteva nella gente e forse nemmeno nelle forze politiche e nelle cosiddette forze intermedie una seria consapevolezza della gravità della situazione e c’era ancora chi sosteneva che si trattasse di una mera, seppur grave, influenza. Non dimentichiamoci infatti che un certo qual negazionismo, anche a livello scientifico, c’era e c’è tuttora. Chi governa deve valutare anche l’impatto psicologico, sociale ed economico dei provvedimenti in via di emanazione.

In quarto luogo mi pare che il comportamento del governo sia, tutto sommato, riconducibile ad una, per certi versi coerente seppure discutibile, scelta di fondo: nei limiti del possibile adottare misure di carattere generale per semplificare e armonizzare le regole, agevolarne il rispetto e ottenerne il massimo effetto. È meglio entrare a gamba tesa rischiando di far male ai cittadini, creando ulteriore panico, oppure è meglio non fare falli ed aspettare un attimo, rischiando di compromettere l’esito della partita? Non ho una risposta.  È pur vero che il medico pietoso fa la piaga puzzolente, ma è altrettanto vero che il medico precipitoso può sbagliare diagnosi e terapia. Capisco l’ansia di ottenere giustizia da parte dei famigliari delle vittime, ma non si può cercare a tutti i costi un capro espiatorio su cui scaricare le colpe. Il discorso vale a tutti i livelli e in tutti i sensi.

Quanto a coerenza e linearità nei comportamenti, chi è senza peccato scagli la prima pietra: tutti abbiamo brancolato e stiamo ancora brancolando nel buio, scienziati compresi. Al buio è molto difficile scegliere e magari nel giro di qualche giorno la situazione cambia, mutano gli umori, e le decisioni adottate, pur in buona fede, si rivelano sbagliate, mentre quelle riconducibili alla demagogia hanno il vantaggio (?) di essere per loro natura volubili e camaleontiche.

In conclusione, si poteva governare meglio l’emergenza pandemica? Certamente sì. Però stiamo attenti ad evitare metodi sbrigativi ed illusori. La caccia alle streghe è storicamente la ricerca di persone (quasi sempre donne definite streghe) o di prove di stregoneria, spesso legate a superstizione o isteria di massa. Metaforicamente con questa espressione si intende un’indagine pubblica condotta per scoprire supposti e gravi errori. Non ripetiamo tragici errori del passato anche recente: non aggiungiamo al danno enorme della malattia la beffa infinita della ricerca dei colpevoli ad ogni costo.