Berlusconi bifronte

Come ben sintetizza Alessandro Trocino sul Corriere della sera, il problema sembra essere ora lo strumento per gestire i fondi europei: task force ministeriale o commissione bicamerale. Finito il rapido brindisi per il successo nella trattativa europea sul Recovery Fund, comincia una trattativa complicata per la gestione dei 209 miliardi di euro in arrivo dall’Europa, mentre resta sempre inesplosa, ma innescata, la miccia dei 36 miliardi del Mes, il fondo salva Stati che il Pd chiede di usare per le spese sanitarie e il M5S continua a ritenere non necessario e pericoloso. Tanto che al Parlamento europeo Lega, M5S e FdI hanno votato un emendamento che chiedeva di escludere il ricorso al Mes come strumento anti-crisi, bocciato anche grazie ai voti di Pd, Forza Italia e Italia Viva.

Sui miliardi che arriveranno con il Recovery l’idea di Palazzo Chigi era una cabina di regia formata da ministri e funzionari ministeriali, presieduta dal premier. Poi si è pensato di allargare ad altri ministri e tecnici. Ma diversi partiti temono un ulteriore accentramento di poteri a Palazzo Chigi, dopo l’epoca dei dpcm firmati dal solo premier. Renzi ha invitato Conte a portare il dibattito in Parlamento ad agosto. FI propone, con una mozione al Senato, una commissione bicamerale, ma anche nel Pd si spinge per una parlamentarizzazione della gestione dei fondi.

Mi sembra giusto e opportuno che, data l’importanza strategica e gestionale dell’utilizzo dei fondi europei, la primaria responsabilità venga affidata ad uno strumento di emanazione parlamentare. Devo quindi dare atto a Silvio Berlusconi ed a quanto rimane del suo partito di stare giocando benino, finalmente con senso delle istituzioni e spirito collaborativo, la grossa partita politica inerente al “gruzzolo” di provenienza europea. Mi è venuto però spontaneo, a livello di gossip, osservare come il lupo berlusconiano stia perdendo i vizi politici e mantenga invece quelli “sessuali”.

Quando si seppe che Berlusconi aveva una relazione stabile con Francesca Pascale, me ne rallegrai, sperando che gli servisse a rinsavire umanamente, abbandonando il vezzo di collezionare amanti più o meno occasionali e più o meno sincere. Non avevo e non ho alcun particolare interesse per le avventure erotiche del cavaliere, ma il vedere un uomo di una certa età in balia delle pulsioni libidinose fino al punto da cadere nel baratro della prostituzione di lusso mi suscitava pena e non certo invidia. Purtroppo “l’avventura pascaliana” è scaduta e finita nel solito squallido rituale delle buone uscite. Appena quattro mesi fa un comunicato di Forza Italia confermava la fine della relazione tra Silvio Berlusconi (84 anni a settembre) e Francesca Pascale: «Continua a sussistere un rapporto di affetto e di vera e profonda amicizia fra il presidente e la signora, ma non vi è fra loro alcuna relazione sentimentale o di coppia».

Non capisco il perché simili notizie debbano essere politicizzate al punto da formare oggetto di comunicati di un partito politico: la vedo come la riprova della paradossale personalizzazione di Forza Italia, costretta ad occuparsi persino delle battaglie di letto del suo storico leader, ma soprattutto come la conferma dell’assurdo intreccio tra politica e sesso portato avanti dal cavaliere, salvo poi pretendere discrezione e neutralità dai giudici.

La politica non è una partita umana a se stante, ma è mescolata con le vicende delle persone che la incarnano: tutto però dovrebbe avere un limite. Mi auguro che l’attempato personaggio non voglia tornare in sella esibendo nuove fidanzate, di cui abbiamo effettivamente fatto il pieno. Torno alla domanda da cui sono partito: come mai il lupo berlusconiano sta perdendo i vizi politici e rischia invece di mantenere quelli “sessuali”? La risposta consiste nel protagonismo a tutti i costi: per essere protagonista in politica gli è necessario fare la parte del moderato, assennato ed europeista uomo di centro, mentre per mantenere intatta l’immagine di macho ha bisogno di tenere in bella vista il letto a due piazze. Mentre prima mischiava con un certo successo machismo sessuale e leaderismo politico, ultimamente ha ripiegato su una sorta di Berlusconi bifronte: mentre Giano con una faccia guardava il passato e con l’altra il futuro, il cavaliere, con tante macchie e con tanta sfrontatezza, da una parte guarda alla politica peraltro mescolata ai suoi affari imprenditoriali e dall’altra alle donne, meglio dire spudoratamente al ciarpame femminile. Un po’ di garbato gossip, seppure politicamente condito e insaporito, ogni tanto me lo posso concedere? Me lo sono concesso!