Pagnoncelli al Var

Hanno voluto, insistentemente e per scontati motivi di cassetta, riprendere e portare in fondo il campionato di calcio, salvo poi continuare a dire che è falsato dalla ristrettezza dei tempi, dalla mancanza di pubblico, dagli arbitri che hanno venduto il cervello al Var. Sono ragionamenti che consacrano, se ce n’era ancora bisogno, la fine del calcio come sport e l’approdo definitivo al mondo dell’avanspettacolo.

Infatti di cosa si sta parlando? Dei futuri assetti societari di parecchie squadre, del balletto dei giocatori e degli allenatori in vista del prossimo campionato, quello vero e ritornato alla normalità (?). Nella famosa opera lirica Madama Butterfly, Pinkerton, ufficiale della marina degli Stati Uniti, sposa, quasi per scherzo, una giapponesina e, prima di convolare a queste nozze, brinda, con il console americano, peraltro piuttosto perplesso, pensando apertamente al giorno in cui si sposerà a una vera sposa americana. Sappiamo tutti come andò a finire. Non vorrei che anche il calcio finisse con un harakiri dello sport e una sopravvivenza degli affari.

Ma è un’altra la similitudine che ho in testa. La politica considera l’emergenza coronavirus come un fatto provvisorio, da vivere con la testa rivolta al futuro, quando finalmente si potrà tornare alla vera politica ed ai suoi equilibrismi partitici. Speriamo che non finisca come in Butterfly, vale a dire con un suicidio della politica a favore dei politicanti più o meno di turno. I tempi sono stati scombussolati, l’elettorato è distratto dalla paura e dalla voglia di esorcizzarla, i politici hanno venduto il cervello alla scienza. Di cosa si sta parlando? Delle prossime elezioni! Quelle imminenti di carattere regionale in cui tutti si preparano a giocare in vista del vero campionato delle elezioni politiche, con l’intermezzo o l’epilogo dell’elezione del nuovo Capo dello Stato.

I partiti, come le società calcistiche, stanno cercando gli assetti per il futuro: le pedine sono in movimento, le dirigenze in fibrillazione, le alleanze tutte da scoprire. Stando ai sondaggi ed alle proiezioni diramati da Nando Pagnoncelli, oggi il centrodestra vincerebbe le elezioni. Ma con il proporzionale sarebbe decisiva Forza Italia. Con l’attuale sistema elettorale, il Rosatellum, la coalizione staccherebbe Pd e M5S. Qualora si passasse ad un sistema elettorale proporzionale, ad esempio il Germanicum, il partito di Berlusconi sarebbe l’ago della bilancia. Con la soglia del 3% Calenda entrerebbe in Parlamento, Renzi no.

Non è il caso di dilungarmi sulle varie ipotesi elaborate da Pagnoncelli. La morale della favola è quella dell’opera Carmen, laddove la protagonista si fa le carte e, comunque le rigiri, viene sempre fuori la morte. Possono cambiare i sistemi elettorali, ma vince sempre il centro-destra, più o meno berlusconi-dipendente.

Ma come sarà il campionato nella realtà? Il pubblico tornerà negli stadi? Ci sarà il tempo per preparare adeguatamente le partite? I politici ragioneranno col buon senso o in base alle cifre dei sondaggi e/o a quelle degli andamenti della pandemia? Oggi sono in vena di azzardate citazioni teatrali e quindi non mi resterebbe che concludere con la battuta finale de “I pagliacci” di Ruggero Leoncavallo: “La commedia è finita!”. Sul più bello però rientra in gioco Luigi Pirandello, che riapre i discorsi alla sua maniera e butta lì una sua opera incentrata su un tema molto caro a lui: l’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare una propria interpretazione che può non coincidere con quella degli altri: “Così è (se vi pare)”.