Le malcelate e parallele velleità senili di Berlusconi e Prodi

Pensavo di avere esagerato, qualche giorno fa, con la fantapolitica, avendo ipotizzato, seppure quasi per scherzo, un accordo di governo fra D’Alema e Berlusconi. Secondo Pirandello, la realtà supera di gran lunga la fantasia, perché “la realtà, a differenza della fantasia, non si preoccupa di essere verosimile perché è vera”. Ma a volte il confine tra finzione e mondo reale sembra difficile da stabilire. E questa volta quella che pensavo essere solo una “ipotesi pazzesca” ad occhi chiusi e denti stretti si è trasformata in una prospettiva semiseria ad occhi aperti e lingue in movimento.

È bastato che il cavaliere lasciasse trapelare qualche assunzione di responsabilità istituzionale sul Mes e sui rapporti con l’Europa e che il professore togliesse la pietra dello scandalo da una maggioranza di solidarietà nazionale di stampo europeista tra i popolari di Berlusconi e i socialisti di Zingaretti per scatenare un dibattito alquanto superficiale ma altrettanto vivace.

Che Berlusconi abbia una voglia matta di tornare in gioco liberamente, sganciandosi dall’oppressione salviniana, è noto a tutti e da parecchio tempo: difficile capire se si tratti di saggezza senile, di opportunismo aziendale, di ambizione finale. Fatto sta che muore dalla voglia di tornare in pista almeno come senatore a vita: sarebbe una fine ingloriosa, non per lui, ma per chi ha creduto in lui e per chi lo ha combattuto da sempre.

Che a Romano Prodi stiano stretti i panni del notabile di centro-sinistra e/o di conferenziere in giro per il mondo è comprensibilissimo e infatti qualcuno sta addirittura pensando ad una surrettizia sua ricandidatura al Colle più alto, in riparazione di una sconfitta bruciante la cui ferita non si è per niente cicatrizzata. Lo snodo della futura elezione del Presidente della Repubblica è senza dubbio un punto cruciale nelle tattiche politiche di tutti i partiti e movimenti. Non capisco se Prodi abbia veramente qualche residua velleità in proposito o si stia divertendo a scompaginare i piani di qualcuno a destra e a sinistra.

Sì, perché questi due personaggi così diversi hanno attualmente un dato in comune: quello di rompere i coglioni nei loro schieramenti di appartenenza e di scompigliare i giochini in atto. A destra Salvini mastica amaramente le velleità berlusconiane; nel centro-sinistra l’improvvisa apertura dell’ombrellone prodiano rischia di mettere in ombra Giuseppe Conte, di spiazzare sempre più il M5S, di intristire il PD, che non brinderebbe certo al ritorno dello zio d’America.

Tutti fanno finta di gradire, ma in realtà a tutti brucerebbe alquanto il sedere.  Provo ancora ad esercitarmi con la fantasia, correndo il rischio di farmi superare dalla realtà, se non dei fatti, almeno delle chiacchiere estive. La nomina a senatore a vita di Silvio Berlusconi potrebbe funzionare da detonatore per la costituzione di una larga maggioranza istituzionale che avrebbe il programma di gestire il post-coronavirus con i soldi europei. E dove troverebbe i voti questa fantomatica maggioranza parlamentare? Un po’ dappertutto, soprattutto tra i cani perduti senza collare e tra i nemici delle elezioni anticipate che sono sempre molti e quasi sempre vincenti.

Certo Prodi non potrebbe fidarsi di un accordo, che per lui si concretizzerebbe soltanto nel 2022: la storia è ricca di patti saltati in vista della nomina del Capo dello Stato. E quale sarebbe la maggioranza che lo eleggerebbe? Una maggioranza scaturente dai veti incrociati e dalla mancanza di strategie politiche. In politica tutto è possibile, ma tutto dovrebbe avere un limite. Se devo essere sincero vedo Berlusconi e Prodi in gran forma psicologica: stanno godendosi un po’ di ritrovata giovinezza. Mi fa piacere per loro, un po’ meno per l’Italia. Sul piano culturale Prodi in questa kermesse estiva appena partita ha tutto da rimetterci: ma, come si sa, pur di tornare a galla…Sul piano politico Berlusconi rischia di finire nel modo peggiore i suoi giorni: ma, come si sa, pur di tornare a galla…