Accontentarsi di ingoiare i rospi dopo averli baciati

Il sondaggio  realizzato da Bidimedia sulle intenzioni di voto al 4 luglio, conferma il trend di crescita dei democratici e attesta la Lega al 26,6%, in calo dello 0,6% rispetto a una precedente rilevazione del 13 giugno. Subito dietro il Pd al 21,4%, con un aumento dello 0,6%. Al terzo posto il M5S al 15% (-0,3%). Conferma il trend in crescita Fratelli d’Italia al 14,1%, che sale di un ulteriore 0,7%. Forza Italia scende al 5,9%, in calo dello 0,2%. Stabile Italia Viva di Renzi al 3,5%, scende Leu al 2,6% (-0,2%), mentre Azione di Calenda registra un lieve incremento dello 0,1% raggiungendo il 2,6%.

Il vicesegretario Pd non ha resistito alla tentazione: «Da questi numeri emerge in modo evidente che senza 3 (dicasi tre) scissioni il Pd sarebbe pari alla Lega. Ai volonterosi dirigenti del Pd che sollevano obiezioni sulla leadership del partito, consiglierei di orientare meglio i loro strali».

Ad Orlando hanno risposto tre personaggi politici che si sono sentiti chiamati in causa. «Peccato però che per rincorrere Salvini chiudiamo i porti e sequestriamo le persone in mare esattamente come lui» (Matteo Orfini). «Non ho fatto scissioni. Me ne sono andato da solo perché ritenevo l’alleanza con i 5S mortale per i riformisti. Era la posizione unanime del Pd, votata negli organi e confermata nella prima relazione. Vi siete scissi voi dalle vs promesse e dai vs valori» (Carlo Calenda). «Pensa il Psi: se nel ‘21 non avesse subìto la scissione di Livorno a quest’ora dove stava» (Giorgio Gori).

Innanzitutto consigliere a Giorgio Gori di ripassare l’uso corretto dei verbi: mi permetto di correggere la sua dichiarazione in “Pensa il Psi: se nel ’21 non avesse subito la scissione di Livorno a quest’ora dove starebbe”. Oltre alla grammatica però il sindaco di Bergamo sarebbe opportuno che rileggessi la storia per accorgersi che la scissione del ’21 aveva motivazioni molto serie e profonde: siamo lontanissimi dalle masochistiche attuali diatribe della sinistra.

Quanto a Matteo Orfini non ha tutti i torti, anche se non è così semplice avere una politica di sinistra sull’immigrazione, forse sarebbe sufficiente avere una politica in materia perché in realtà nessuno ce l’ha, neanche lui. Carlo Calenda mi piace come uomo di governo, ma non ha respiro politico e quindi non capisco sinceramente le sue velleità di movimento o di partito come dir si voglia.

Non hanno cantato le galline che hanno fatto veramente le uova scissionistiche: i vari Bersani e c. da una parte, i vari Renzi e c. dall’altra. Sono tutti insieme e appassionatamente nel governo, i Leu con una certa insperata compostezza, gli Italia Viva con sfrenato protagonismo. Mi sforzo di capire le ragioni di tutti, ma sinceramente non trovo cause convincenti e soprattutto prospettive credibili per chi mena il can per l’aia di un diverso partito democratico. Sono anch’io molto critico verso l’attuale dirigenza piddina, ma non vedo nessuno in grado di affondare i colpi, conquistare il centro del ring ed affrontare una situazione difficilissima. Attenti a non distruggere il poco esistente a livello politico e di governo per rimanere completamente a becco asciutto.

Facendo la somma dei consensi riconducibili all’area del centro-sinistra si arriva a un 30%: come noto presentandosi divisi si raccolgono più consensi (gli scontenti trovano più facilmente un approdo), i sondaggi hanno un valore molto relativo, la situazione che stiamo vivendo rende quasi impossibile una lettura seria degli indirizzi elettorali emergenti. Soprattutto non si raggiunge neanche quel 33% che fu considerato una sconfitta e portò alle dimissioni di Walter Veltroni nel 2008, che si assunse la responsabilità della disfatta sarda di Renato Soru, candidato del Pd alle Regionali.

Quindi non è il caso di cantar vittoria, né quello di insistere con le critiche dall’interno e dall’esterno del Pd in nome di un purismo ideologico assai datato e di un pragmatismo politico assai sconfortante. C’è in atto una imbarazzante e inconcludente alleanza col M5S, molto litigarella a livello governativo, molto insignificante per le prospettive politiche. Quel 15% assegnato dai sondaggi ai pentastellati che fine farà? Grillo ne vede l’inevitabile progressiva erosione e sembra puntare a un’alleanza organica col Pd ad iniziare dalle prossime elezioni regionali. Qualcuno lo riterrà un abbraccio mortale. Personalmente, anche se con fatica, ritengo inevitabile baciare il rospo. Attenti però alle complicazioni suggerite da Paulo Coelho: “Nelle favole, le principesse danno un bacio al rospo. Nella vita reale le principesse baciano i principi e quelli si trasformano in rospi”.