Separati a scuola

Dopo alcuni mesi di astinenza, prima a causa del lockdown poi delle mie particolari perplessità liturgiche, ho partecipato ad una celebrazione eucaristica: tutto molto ben organizzato, con distanziamenti abbondanti, mascherine in volto, disinfettanti all’ingresso, fila allungata per accostarsi alla comunione, distribuita con tanto di guanti dal celebrante, entrata ed uscita ben scaglionate.

All’uscita, varcata la soglia del tempio, sono stato accolto da un tourbillon di gente nelle vie del centro dove di distanziamento neanche a parlarne, mascherine sì e no, si faceva quasi a gomitate per farsi largo in mezzo a molta gente ormai tutta in libera uscita. Mi si dirà che all’aperto il rischio contagio è meno forte. Vorrei pero chiedere che differenza c’è fra una chiesa spaziosa, altissima e pulitissima e una strada stretta e poco pulita. Ma lasciamo perdere: le regole lasciano il tempo che trovano e mi sono autoconvinto come dalla pandemia possano forse difenderci soltanto le chiese nel senso delle preghiere che in esse si innalzano al Padre Eterno. D’altra parte quando in questo periodo concludiamo i colloqui, che inevitabilmente girano attorno al coronavirus, non diciamo forse “speriamo bene”. Sotto-sotto, credenti o non, ci affidiamo a qualcuno che dall’alto può venire in nostro soccorso.

A settembre anche nelle scuole entreranno in vigore misure restrittive e prudenziali in via di definizione.  Le ipotesi sul tavolo degli esperti che stanno lavorando al piano per consentire di tornare sui banchi a settembre, oltre al distanziamento sociale nelle classi – con i banchi separati di almeno un metro e mezzo e magari con l’utilizzo di barriere separatorie in plexiglass – l’altra ipotesi è che la mascherina sia obbligatoria per tutti gli studenti sopra i sei anni, i docenti e tutto il personale della scuola, mentre si fa strada il discorso della turnazione. L’utilizzo dell’informatica dovrebbe rendere meno dispersiva la turnazione delle lezioni. Gli ingressi e le uscite potranno essere scaglionati, ma basterà a risolvere il problema dei trasporti? Abbiamo tutti presenti i pigia-pigia sui bus e sui treni. Non ho idea come tutto possa avvenire con il rispetto delle minime condizioni di sicurezza. Speriamo poi che, una volta fuori da scuola, i ragazzi non si scatenino, rendendo vane tutte le regole all’interno degli istituti scolastici. Mi sembra che tutto debba avvenire all’insegna del “si fa come si può”.

Alcune misure allo studio suscitano perplessità per non dire ilarità. Le camere e i letti separati non riescono a difendere i matrimoni e le convivenze, riusciranno i banchi separati a difendere dal covid 19 i ragazzi e, a cascata, quanti hanno rapporti con loro?  D’altra parte come si può fare diversamente? Non invidio la ministra Azzolina, che dovrà programmare e gestire la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado: è sul banco degli imputati ancor prima del tempo. Non sarà un mostro di competenza e preparazione, ma lasciamola lavorare almeno un pochettino prima di giudicarla, condannarla e respingerla (come diceva lo striscione sventolato in Parlamento dall’opposizione destrorsa). Fare il ministro dell’Istruzione è sempre stata un’impresa assai ardua. Si scontentano i ragazzi, le famiglie, gli insegnanti, i sindacati. Non si è riusciti a riformare la scuola in periodi normali, immaginiamoci col fiato del coronavirus sul collo.

Quindi calma e gesso da parte di tutti: dei sindacati che promuovono scioperi per tornare a scuola in sicurezza (ditemi voi se è questo il momento per iniziative del genere), dei ragazzi a cui non parrà vero inscenare proteste all’inizio del nuovo anno scolastico, delle famiglie a cui probabilmente verranno chiesti grossi sacrifici sul piano organizzativo, delle opposizioni parlamentari che stanno vergognosamente soffiando sul fuoco del malcontento crescente.

Un tempo all’inizio dell’anno scolastico agli alunni veniva proposta la partecipazione ad una messa “propiziatoria”, credo che l’usanza non esista più per motivi di rispetto verso la laicità della scuola. Fossi nel ministro ripristinerei e renderei obbligatoria la cosa: come detto all’inizio, solo Iddio può veramente aiutarci ad uscire da questo tunnel in cui siamo disgraziatamente entrati.

Tutta la mia vita scolastica è stata caratterizzata dall’essere in banco con lo stesso indimenticabile amico: avevamo costruito un rapporto meraviglioso, ma troppo stretto, al punto che fin dalle elementari la maestra sosteneva che chiacchieravamo un po’ troppo anche se ci giustificava col fatto di essere così amici. Come cambia il mondo…Coi banchi separati sarà ancor più difficile diventare amici. Che peccato!