L’orrenda pace di Donald Trump

Secondo quanto riferito dal New York Times il presidente americano Donald Trump avrebbe dichiarato in una video conferenza, che i governatori degli Stati che non ordinano di arrestare chi manifesta per la morte di George Floyd e di incarcerarli «per lunghi periodi di tempo» fanno la figura dei «cretini». «Dovete dominare – avrebbe detto Trump –, se non lo fate sprecate il vostro tempo e vi travolgeranno facendovi apparire come degli idioti». Nel corso della videoconferenza avrebbe anche detto ad alcuni dei governatori che sono dei deboli.

Come volevasi dimostrare: questa è la logica del potere adottata da Trump e da chi lo sta scimmiottando in tutto il mondo. La criminalizzazione della protesta è un presupposto dei regimi autoritari e dittatoriali: assumere le degenerazioni violente di una parte dei manifestanti come pretesto per soffocare sul nascere le ragioni profonde del malcontento. Nel caso specifico non si deve ammettere quanto gli stessi poliziotti stanno ammettendo, vale a dire che nella società americana i rigurgiti di razzismo sono la regola, ma si deve soffocare ogni protesta per garantire l’ordine a tutti i costi.

Mi sembra opportuno al riguardo riportare il fitto dialogo tra il re di Spagna Filippo II e Rodrigo, un suo nobile contestatore, contenuto nell’opera lirica “Don Carlo” di Giuseppe Verdi: il libretto è di François-Joseph Mèry e Camille Du Locle dal poema drammatico Don Carlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller. La vicenda è ambientata in Francia e Spagna nel 1568. Il dialogo che segue riguarda storicamente l’indipendenza e la libertà per le Fiandre, ma è culturalmente uno scontro “ideologico” sull’esercizio del potere.

FILIPPO
Col sangue sol potei la pace aver del mondo, il brando mio calcò l’orgoglio ai novator che illudono le genti con sogni mentitor… La morte in questa man ha un avvenir fecondo.

RODRIGO
Che! voi pensate, seminando morte, piantar per gli anni eterni?

FILIPPO
Volgi in guardo alla Spagna! L’artigian cittadin, la plebe alle campagne. A Dio fedel e al Re un lamento non ha! La pace istessa io dono alle mie Fiandre!

RODRIGO
Orrenda, orrenda pace! La pace dei sepolcri. O Re, non abbia mai di voi l’istoria a dir: Ei fu Neron! Quest’e la pace che voi date al mondo? Desta tal don terror, orror profondo!
È un carnefice il prete, un bandito ogni armier! Il popol geme e si spegne tacendo. È il vostro imper deserto, immenso, orrendo, s’ode ognun a Filippo maledir! Come un Dio Redentor, l’orbe inter rinnovate. V’ergete a voi sublime, sovra d’ogn’altro re!
Per voi si allieti il mondo! Date la libertà!

FILIPPO
O strano sognator! Tu muterai pensier, se il cor dell’uom conoscerai, qual Filippo il conosce! Ed or… non più! Ha nulla inteso il Re…

Non ho niente da aggiungere a Schiller e Verdi: solo consiglierei a Donald Trump di ascoltare questa opera lirica anche se so già che la bollerebbe come un frettoloso e illusorio sogno d’altri tempi. Sì, purtroppo i sogni svaniscono e la realtà è sempre la stessa. Io, nel mio piccolo, preferisco sognare. Ma sarò certamente classificato un cretino ideologico: meglio essere cretini coi dubbi e le titubanze dei governatori Usa che furbi con le certezze di Trump.