Opposizione respinta

La comprensione, la saggezza e l’equilibrio dimostrati dal popolo italiano preoccupano certe forze politiche, che si vedono spiazzate nelle loro tattiche: il timore è che l’obbedienza civile e il rispetto per le istituzioni, seppure più obbligati che convinti, possano indirettamente rafforzare gli attuali equilibri ed in particolare la posizione del presidente del consiglio Giuseppe Conte. Il clima emergenziale porta la gente ad accantonare le contrapposizioni e le polemiche politiche per andare al sodo delle questioni.

E allora per recuperare terreno e consenso viene rispolverato tutto l’armamentario demagogico e il dibattito viene trasformato in rissa parlamentare: si è scatenata da parte della Lega una inqualificabile azione volta a creare malcontento e conflittualità con vergognose bagarre e occupazioni nelle aule parlamentari. Attenzione, perché di queste pacchiane strumentalizzazioni la Lega, prima o poi, dovrà rispondere agli italiani, che forse col coronavirus potrebbero cominciare ad aprire gli occhi sulla inconsistenza politica del centro-destra a trazione leghista.

La Lega è un partito di rissa nazionale e di governo regionale: appaiono come due facce di una medaglia paradossale. Se il governo centrale non è esente da critiche, i governi regionali non si sono certo dimostrati esempi di bravura, tempestività ed efficienza. Come si fa a tenere un piede nel dialogo e nella collaborazione delle cabine di regia e soffiare sul fuoco delle contrapposizioni manichee nelle aule parlamentari.

Per coprire in qualche modo la propria inconsistenza politica si blatera di eventuali governi di unità nazionale da promuovere per gestire la grave situazione: e quale unità si potrebbe mai costruire partendo dalle divisioni in atto? Appare francamente demenziale pretendere di costruire su macerie divisive prospettive di unità e collaborazione.  In realtà alla Lega fa paura l’essere provocata dall’ipotesi di un serio governo futuro di solidarietà, che metterebbe a nudo le sue contraddizioni di merito, di metodo, di strategia e di tattica. Allora meglio apprezzare ciò che non si potrà mai comprare.

C’è poi il dente avvelenato verso l’imperdonabile Giuseppe Conte, reo di avere liquidato, con un rigurgito di dignità, l’esperienza del governo giallo-verde: andava benissimo quando accettava di galleggiare fra le onde dimaiane e salviniane, ora è il nemico giurato a cui bisogna farla pagare cara.

Tutto quindi si svolge al di fuori del merito delle questioni politiche, che vengono dribblate con i richiami pretestuosi alla costituzione, al parlamentarismo, alle libertà e ai diritti dei cittadini.   Stiamo rischiando di retrocedere la discussione su nodi fondamentali per la politica e le istituzioni alla querelle sul sesso degli angeli. Il dare importanza a questioni pur rilevanti, ignorando questioni urgenti e drammatiche nel momento presente, è una scelta irresponsabile e deviante.

Assistendo in televisione al dibattito parlamentare mi sono convinto che l’atteggiamento dei cittadini sia di livello molto più serio e responsabile di quello emergente dalle polemiche innescate soprattutto dall’opposizione leghista. Intendiamoci bene, non tutte le colpe sono della Lega, anche gli altri partiti non brillano, anche il governo ha commesso e sta commettendo parecchi errori di procedura, di comunicazione, di scelta, le regioni sbandano sulla strada dell’autonomia e del primadonnismo decentrato. Nessuno ha soluzioni pronte e facili. È stucchevole ridurre il dibattito tra favorevoli e contrari alla chiusura o alla riapertura. Sarà possibile ritrovare il bandolo della matassa polemicamente e strumentalmente aggrovigliata? Temo che la malapolitica possa avere il sopravvento sulla buona politica. Sarebbe una sciagura aggiuntiva, pioverebbe sul bagnato del coronavirus.  Per combattere un virus occorrono gli anticorpi, è necessario irrobustire le difese dell’organismo: vale per le persone, ma vale anche per la società. Se la politica anziché alzare le difese, le abbassa, c’è da essere seriamente preoccupati.