L’anzianità considerata palla al piede

Un massacro. Così Ranieri Guerra dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce quanto è accaduto e sta ancora accadendo agli anziani colpiti da Covid 19 nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) in Italia. Ha tutta l’aria di essere un atto di accusa bello e buono, ben più di una richiesta di chiarimenti da parte di chi è anche consulente del ministro della Salute, ma che come direttore generale aggiunto dell’Oms chiede conto proprio al governo di “cosa è successo e come mai”. “Un massacro”, appunto, con centinaia, probabilmente migliaia di morti nelle case di cura – mancano dati specifici, a differenza ad esempio della Francia -, di cui il Pio Albergo Trivulzio di Milano è solo il caso più eclatante.

Come sempre succede a pagare il conto più salato sono i soggetti deboli, tra cui gli anziani, per come è concepita e impostata la nostra società, sono forse le persone più a rischio di avere un’assistenza di serie b, di essere addirittura maltrattati, di essere emarginati, isolati e ghettizzati. Qualcuno sostiene che la prova del nove per la civiltà di una società sarebbero le carceri: possiamo tranquillamente aggiungere le case di riposo.

Gli scandali si susseguono: mancanza di igiene, speculazioni varie, qualità assistenziale scadente, strutture inadeguate, personale impreparato, etc. etc. Forse il coronavirus sta funzionando, un po’ a tutti i livelli, come goccia che fa traboccare il vaso dei limiti della nostra società, come evento che mette a nudo i difetti e le contraddizioni clamorose del nostro sistema.

Ci sono tanti problemi a monte dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Si va dalla mancanza di sostegno alle famiglie a quella di assistenza domiciliare; dalla scelta prevalentemente orientata verso megastrutture anonime alla carenza di formazione professionale degli operatori; dallo spericolato affidamento di questo servizio al privato spesso assai speculativo e poco sociale alla scarsa dotazione di mezzi e risorse; dalla mancanza di fantasia nella ricerca di moduli per il mantenimento dell’anziano nel suo habitat umano e  sociale ad un atteggiamento socio-sanitario piuttosto discriminante come se la persona anziana fosse un cittadino con minori diritti in conseguenza dell’età e dei problemi annessi e connessi.

Quando scoppia un’emergenza le lacune di cui sopra trovano drammatici e tragici riscontri. È piovuto sul bagnato. Non facciamo quindi finta di sorprenderci e non scarichiamo le colpe solo ed esclusivamente su chi ha gestito l’emergenza in questo delicatissimo settore.

D’altra parte in questi giorni mi sono posto una tremenda domanda a cui peraltro non ci può essere risposta oggettiva e documentata. Se il sistema sanitario ed assistenziale, in tutte le sue fasi e componenti, si fosse rivelato meno carente, quanti decessi avremmo avuto in conseguenza del coronavirus. Certamente meno! Senno di poi di cui son piene le fosse? Peccato che prima di queste eventuali fosse ce ne siano altra stracolme delle vittime della pandemia. Non è certo il momento di fare polemiche, ma riflettere, per correre ai ripari nel breve, medio e lungo termine, è doverosamente urgente.