Grande coalizione e piccola politica

Si comincia a parlare di grande coalizione a livello governativo per guidare il Paese oltre l’emergenza in una lunga fase di vera e propria ricostruzione da tutti i punti di vista. Dovrebbe essere normale che in una situazione di gravità e complessità eccezionali si pensi a trovare una certa unità d’intenti, a puntare sulle competenze, a mettere in campo le migliori personalità.

I reiterati appelli all’unità da parte del presidente Mattarella, lasciano intendere che anche lui stia pensando a livello istituzionale ad una simile prospettiva pur continuando a sostenere la compagine ministeriale in carica. È una carta da giocare con grande prudenza, ma con altrettanta convinzione, senza tuttavia indebolire o peggio delegittimare l’attuale governo (sarebbe una conseguenza pazzesca). Lo stato di necessità imporrebbe di prevederla, ma non è detto che la politica si adegui.  Quali sono le perplessità e le difficoltà che una simile evenienza potrebbe incontrare?

Siccome non è possibile e non è nemmeno giusto prescindere dalla politica, bisogna ammettere che i suoi protagonisti non sembrano all’altezza di questa strada: per le faziosità e le strumentalità imperanti e per il basso livello del personale politico. In questi ultimi tempi la politica ha ceduto il passo alla propaganda, l’arte del governare è stata soppiantata dall’abilità del comunicare, l’ancoraggio ai valori forti è stato sacrificato sull’altare del consenso immediato. Questo andazzo si è radicato e non sarà facile sradicarlo.

La classe politica, che non viene selezionata ma improvvisata, salvo qualche rara e per questo ancor più ammirevole eccezione, soffre di una notevole carenza a livello etico, culturale, esperienziale e professionale. La botte dà il vino che ha e quindi i partiti danno i personaggi che annoverano fra le loro fila. Prevalentemente roba di bassa macelleria in un progressivo e impressionante decadimento qualitativo. Non so se il popolo italiano meriti tutto ciò. Forse sì, direttamente o indirettamente lo vuole, interpretando la politica come un arnese ingombrante da usare solo per difendersi egoisticamente dalle proprie paure.

Fare le nozze (grande coalizione) con i fichi secchi (partiti e classe politica attuali) è una gara dura. Non so se il coronavirus, fra le tante disgrazie che sta procurando e procurerà, potrà avere l’effetto di ricondurre la politica a miti consigli e soprattutto a volare alto. Per i miti consigli occorrerebbe un bagno di umiltà molto difficile, per volare alto necessiterebbero ali adatte per non ripiombare immediatamente nelle solite scaramucce. La gravità dei problemi imporrebbe una visione strategica ed una capacità di governo francamente quasi assenti dalla scena. Ho il timore che non basti cambiare gli attori, ma si debbano mutare il copione, il capo-comico e il regista oltre l’intera compagnia.

Il regista dell’operazione non può che essere Sergio Mattarella: ha i poteri costituzionali, la conoscenza politica, l’esperienza istituzionale, la sensibilità umana e culturale, la credibilità popolare. Partiremmo col piede giusto. Il capo-comico? L’unico personaggio del giusto livello, a disposizione della Repubblica, è Mario Draghi: saprebbe calcare la scena interna e internazionale con la dovuta padronanza, non alla ricerca dell’applauso, ma di una strategia economico-sociale. E gli altri attori? Non esistono personaggi emergenti e quindi si dovrebbe ripiegare su criteri selettivi che privilegino la competenza, che non vuol dire solo appartenenza all’establishment, tecnicalità o peggio ancora, burocrazia.

Dulcis in fundo: il copione. Tutto da costruire per affrontare un mondo disastrato ed un sistema, che non potrà più essere quello classicamente liberista e forse nemmeno quello riformista. Il mio compito in classe al momento finisce qui. Tanto per cominciare può bastare. Non penso di essere andato fuori tema. Non credo di avere fatto errori clamorosi. Mi sono fermato sul più bello. Dovremo tutti fare tesoro delle tristissime e cruente esperienze fatte, pensare, riflettere, studiare, rileggere la storia e…credere nella politica.