Le brusche ciliegine sulla torta salviniana

Nella mia ormai purtroppo lunga vita, durante la quale ho avuto l’ardire di interessarmi di politica, da attivista prima e da osservatore esterno poi, ne ho viste e sentite di tutti i colori e quindi faccio fatica a scandalizzarmi di fronte a certi episodi, anche se piuttosto fastidiosi o disgustosi.

Nell’inchiesta di PiazzaPulita, andata in onda su La7, è venuta a galla l’offerta che a Ferrara il vicecapogruppo del Carroccio avrebbe fatto a una consigliera leghista “ribelle”: «In parole povere tu ti togli dal c…o come giustamente, ingiustamente anzi, il vice sindaco auspicava e noi ti diamo un lavoro». È questo il contenuto dell’audio, mandato in onda da PiazzaPulita su La7, che imbarazza la Lega in quest’ultimo scampolo di campagna elettorale in Emilia Romagna. La persona che dovrebbe farsi da parte e ottenere così un lavoro è una consigliera comunale “ribelle” della Lega a Ferrara. E la persona che offre l’impiego è il vice capogruppo del partito. Sul tavolo un contratto a tempo indeterminato come hostess in una società di servizi.

Non so e non mi interessa in cosa consista il ribellismo della consigliera e non sono al corrente del perché la vogliano elegantemente giubilare. In sé e per sé non c’è niente di clamoroso, sono cose che possono capitare anche nelle migliori famiglie politiche e non solo politiche. E allora? Allora c’è un piccolo, grande particolare: se roba del genere viene da chi si presenta come il ribaltatore della politica, tutto diventa oltre modo ridicolo.

D’altra parte la Lega è stata più o meno stretta alleata di Silvio Berlusconi nei suoi inqualificabili governi… Ha le sue belle grane giudiziarie come partito… Ha cambiato strumentalmente strategia passando dal separatismo nordista al nazionalismo populista… Ha governato regioni in combutta col centro-destra ed è stata recentemente al governo nazionale con i “mangiaforzitalioti”… Fa la difesa d’ufficio dei bambini vessati a Bibbiano e non fa una piega con i bambini affogati nel mar Mediterraneo… Fa una bandiera del cattolicesimo identitario e simbolistico e teorizza il respingimento dei barconi carichi di disgraziati in cerca di salvezza… Sventolava il cappio nel periodo di tangentopoli e ora è portatrice di una politica ultragarantista in campo giudiziario… Strizza l’occhio al sud e punta a rafforzare deleghe di potere al nord… Attacca con violenza il premier Giuseppe Conte ritenendolo un usurpatore del potere popolare e fino a qualche mese fa le andava benissimo a capo di un governo che suonava come presa per i fondelli degli elettori… Giudica il governo giallorosso come una sciagura, mentre tale governo non fa altro che cercare di rimediare alle sciagure  fatte dal precedente governo gialloverde… Si mette perfettamente in linea con l’indirizzo politico trumpiano salvo flirtare (sic) con la Russia di Putin.

Il tutto avviene con una sorprendente e “bestiale” disinvoltura. L’episodietto da cui sono partito non è altro che una piccolissima ciliegina sulla torta, sulla quale tuttavia potrebbero scivolare le velleità leghiste in terra emiliano-romagnola. Ma cosa volete che sia un casinetto qualsiasi combinato in un comune romagnolo di fronte ad una candidata a governatore regionale leghista, che, come suo unico biglietto da visita, presenta la maglietta esibita in Senato con l’invito a parlare di Bibbiano ( e chissà che finalmente di Bibbiano tra forzature, strumentalizzazioni, polemiche e gravi errori non si arrivi finalmente a parlare veramente per capirci qualcosa di preciso), che si presenta a fianco di Matteo Salvini e sembra quei cagnolini di stoffa, postati davanti al lunotto posteriore degli automezzi, che fanno sempre sì con la testolina.

Anche le reazioni politiche degli avversari della Lega riguardo al suddetto episodio mi sono parse esagerate e strumentali. Soffiare sul fuoco delle polemichette da quattro soldi non fa bene a nessuno. Concentrarsi sulle ciliegine non serve per rifiutare la torta.  Se proprio si vuol fare un po’ di polemica, meglio andare al sodo come, nel mio piccolo, ho cercato di fare. Sono proprio curioso di vedere cosa voteranno i miei corregionali. “No pasaran”, ma solo il fatto di ipotizzare che possano passare è qualcosa di drammatico e assurdo. Il bello della democrazia? Non ne sono molto sicuro…