Il lettone proporzionale

Quando i maschi discutono in modo animato e divisivo, se intendono trovare un massimo comune divisore che li unisca nei limiti del possibile, si mettono a parlare di donne per raggiungere, in un contesto squallidamente machista, un punto in comune. I partiti ed i loro esponenti, quando litigano un po’ su tutto, ripiegano sull’argomento del sistema elettorale, convinti di trovare più facilmente la quadra tramite una pesatura inattaccabile e liberatoria dei loro consensi.

Non ho mai capito e condiviso l’uso del sistema elettorale come grimaldello per condizionare o rivoluzionare la politica: a nessun meccanismo di voto assegno la forza di indirizzare la politica in un senso o nell’altro. Mi fanno sorridere quanti desiderano e puntano ad un sistema che la sera delle elezioni consacri il vincitore indiscusso e consenta di avere una governabilità garantita. Non si tratta di una partita di calcio ad eliminazione diretta, dove per forza di cose uno deve vincere e l’altro deve perdere, la politica è una faccenda molto più complessa, che non finisce con i dati elettorali, ma semmai comincia proprio da quelli per innescare la ricerca di equilibri, accordi e compromessi.

Ragion per cui leggo con scetticismo dell’accordo che si starebbe profilando per il ritorno ad un sistema elettorale proporzionale, abbandonando l’attuale sistema misto, che, per la verità, in un miscuglio assurdo e concepito appositamente per creare zizzania, mette insieme tutti i difetti del maggioritario e del proporzionale. Si tratterebbe di un accordo che finirebbe con l’accontentare tutti e toglierebbe la politica dall’asfittico clima di scontro a tutti i costi, che la sta paralizzando. Mi permetto di nutrire seri dubbi.

La scelta proporzionalista metterebbe d’accordo un po’ tutti: la Lega con il suo 35% (tutto da dimostrare) sarebbe una forza politica imprescindibile senza necessità di preventive donazioni di sangue agli ipotetici alleati. Rimanendo sul fronte del centro-destra, Forza Italia non sarebbe più costretta a fornicare con la Lega, Fratelli d’Italia consacrerebbe la sua autonoma spinta nazionalista in linea con un passato che sta tornando di moda. Il Partito Democratico potrebbe andare alla ricerca del suo spazio senza stipulare matrimoni d’interesse con Renzi, Calenda e Bersani. Gli uni potrebbero illudersi di raccattare voti nel cosiddetto centro moderato (Cacciari sostiene che non esiste più e, secondo me, non ha tutti i torti), mentre Leu raschierebbe il barile di quanto rimane della sinistra identitaria e ideologica. Il M5S potrebbe riproporre i suoi vaffa senza paura di disturbare alcuno a destra e a sinistra: poi si vedrà. I piccoli partiti, bloccati da eventuali e obbligate soglie di sbarramento, chineranno il capo e dovranno confluire in qualche lista di peso a loro più o meno vicina (cosa diversa dallo sfruttare l’utilità marginale per la vittoria di uno schieramento sull’altro). I partiti maggiori non dovranno più donare il sangue e saranno in grado di fare il pieno della spettante rappresentanza parlamentare.

C’è sicuramente il rischio di una frammentazione del quadro politico, che comunque esiste già, ma almeno tutti passerebbero al setaccio delle urne. Le maggioranze si farebbero in Parlamento. Per dirla con Renzi, il proporzionale rimetterebbe in moto i processi politici, costringerebbe tutti a far funzionare il cervello, tutti dovrebbero dotarsi di nuove strategie. Dario Franceschini dice: «La cosa importante è la legge elettorale. Ormai siamo avanti, la scelta proporzionale è fatta, incardineremo il provvedimento in Parlamento entro questo mese e tutti i partiti e i protagonisti della politica dovranno immaginare nuove strategie. Con una legge elettorale di questo tipo si liberano tutti. Tana libera tutti e torniamo giovani».

A me piacciono le bionde. Io preferisco le brune. Io stravedo per la coscia lunga. Io impazzisco per i seni grandi. Io cerco la bellezza. Io mi accontento della sensualità. E va bene, ognuno si tiene i suoi gusti. Tanto sappiamo tutti dove vogliamo parare…La politica omologata al machismo. Tutti contenti in teoria, in pratica sarà ben altra cosa. Il letto-parlamento chiarirà i ruoli e i rapporti.