Sardine, omega 3 contro l’alta pressione leghista

“L’Emilia-Romagna non abbocca”, “Bologna non si lega”: questi gli slogan che hanno portato ad adottare “le sardine” come simbolo della protesta anti-Salvini e della mobilitazione spontanea partita da Bologna, ma già arrivata a Modena e Torino. Le sardine sono infatti piccoli e indifesi pesci, che, di fronte allo squalo dell’ex ministro dell’Interno, si muovono compatti, si stringono e si spostano in gruppo e fanno massa. La mobilitazione, lanciata via Facebook, rilanciata con volantinaggi e campagne social, sta promuovendo vere e proprie masse di protesta: nessun legame di partito, niente bandiere, niente insulti. Si tratta di una sollevazione popolare spontanea contro l’onda salviniana che avanza, contro le idee divulgate dalla Lega, contro le derive populiste e sovraniste avviate dalla destra.

Ho già scritto, e ripeto con piacere, che sto respirando finalmente una boccata d’ossigeno, sto scoprendo una reattività impensata da parte soprattutto dei giovani, sto registrando una inaspettata voglia di ragionare con la propria testa.  A casa mia si chiama democrazia! Quindi non è vero che i ragazzi delle sardine con la politica non c’entrano e non vogliono c’entrare nulla: si tratta di iniziative squisitamente politiche anche se al di fuori dei partiti. Al momento non ho la più pallida idea di dove si vada a parare; non lo sanno nemmeno i promotori e ancor meno le migliaia di partecipanti a queste manifestazioni spontanee. L’avvio è promettente nella misura in cui testimonia un rigurgito di vitalità democratica in una società ripiegata su se stessa.

Mi sono posto diverse domande. La prima riguarda il timore che possa trattarsi di un vaffa-day riveduto è corretto, di una minestra pseudo-grillina scaldata, della solita sparata dell’antipolitica, della protesta contro tutto e tutti. Questi rischi esistono, ma forse il gioco vale la candela: meglio rischiare di sbagliare che stare fermi ad aspettare gli errori altrui. Lasciamo tempo al tempo, anche se di tempo sembra essercene pochino, se si vuole fermare l’ondata di piena salviniana, prevista per le prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna.

Palmiro Togliatti, se non erro, sosteneva che i partiti dovrebbero rappresentare la democrazia che si organizza e si struttura. D’altra parte la stessa Carta Costituzionale all’articolo 49 recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale “. Fino ad ora, volenti o nolenti, i partiti, pur con tutti i limiti e i difetti, hanno costituito l’ossatura della vita democratica italiana e non solo italiana. Sinceramente non credo che possano essere sostituiti da una sorta di assemblearismo piazzaiolo: quindi le sardine possono costituire solo una massa critica del sistema partitico, in particolare dei partiti di sinistra, dando voce positiva alla sfiducia distruttiva e trasformandola in sfiducia costruttiva. Il partito democratico, principale e potenziale interlocutore di questo movimentismo volutamente senza capo né coda, deve evitare la tentazione di strumentalizzarlo e/o di sottovalutarlo.

Sarebbe un gravissimo errore farsi prendere dalla smania di incassarne il consenso: ognuno faccia il suo mestiere, chi all’interno degli schemi istituzionali e partitici, chi al di fuori di tali schemi, vale a dire nelle piazze, sui social e in tutte le mobilitazioni spontanee. Il tutto in un benefico interscambio di influenze: il Pd scosso da questa ventata di aria fresca, il movimento delle sardine incalzato dalle esigenze politiche prospettate dal Pd. L’importante era che si muovessero le acque: qualche sasso nello stagno lo stanno buttando.

Qualcuno sta ironizzando: se la sinistra ha bisogno delle sardine vuol proprio dire che è a dieta. Rispondo con lo stesso tono ironico: il pesce fa bene, si digerisce bene, è nutriente e ricco di sostanze capaci di intervenire positivamente sui trigliceridi e sulla pressione sanguigna, preziose alleate del sistema cardiovascolare. Si tratta degli Omega 3, acidi grassi essenziali in grado di avere un effetto positivo anche sul sistema nervoso, il sistema immunitario, l’attività cerebrale, l’umore, le articolazioni. Contrastano poi le infiammazioni e l’invecchiamento cellulare, rallentando l’azione dei radicali liberi. Viste queste proprietà davvero straordinarie e dal momento che le sardine ne sono portatrici non dovremmo mai farle mancare alla tavola politica.