Le sciocchezze disonorevoli

 

“Onorevole Meloni, mi scusi, ma sta dicendo una sciocchezza”, così ha detto Lilly Gruber durante una puntata di “otto e mezzo”, la trasmissione de la7 condotta appunto dalla nota giornalista, che ha ospitato la leader di Fratelli d’Italia. È una vita che Giorgia Meloni dice sciocchezze e finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dirglielo nei denti e fuori dai denti.

Si stava parlando di Europa e di regole da rispettare: Giorgia Meloni sosteneva che tali regole variano a seconda del gradimento europeo verso i governi italiani. Guai se non fosse così! Cosa ci starebbe a fare il governo nei rapporti con la Ue, se bastasse applicare degli indici: non siamo a scuola durante l’ora di matematica. Come ha giustamente affermato il nuovo commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, c’è modo e modo di applicare le regole e c’è anche la possibilità di derogare ad esse in tutto o in parte in base a motivazioni serie sul piano dello sviluppo economico, degli investimenti e dell’occupazione.

È ovvio che se un governo si limita ad andare a Bruxelles per battere i pugni sul tavolo, per insolentire i dirigenti, per prendere le distanze dalle istituzioni europee, avrà un ascolto e una credibilità tendente a zero; se invece si dialoga, si presentano piani di sviluppo, si giustificano certe politiche espansive, il discorso può essere diverso e più possibilista. Si deve tener conto inoltre del contesto economico in cui si opera: un conto è sforare sul deficit con la previsione di un notevole aumento del Pil, un conto è sforarlo in una situazione recessiva etc. etc.

L’Unione europea ha le sue regole, ma anche la diplomazia ha le sue. Bisogna essere diplomatici, altrimenti sarebbe sufficiente farsi rappresentare in Europa da bravi ragionieri o da bravi polemisti.  Mario Draghi ne è la dimostrazione: è riuscito a rispettare le regole dell’Istituto da lui presieduto, ma ha puntato anche a sostenere la crescita europea e indirettamente ha dato una manona all’Italia. Pensiamo se a capo della Bce ci fosse Giorgia Meloni, quante sciocchezze riuscirebbe a dire e fare nell’interesse della patria.

Ma torno alla scaramuccia televisiva. Nelle interviste ai politici osservo come i giornalisti si limitino a fare domande peraltro piuttosto scontate e poi non ascoltano le risposte o, se le ascoltano, le ignorano per comodità o per piaggeria, non si permettono mai di contraddire l’interlocutore, per convenienza o per ignoranza. Mi sembra che, pur con tutti i limiti e i difetti, Lilly Gruber faccia eccezione e ragioni con la sua testa anche di fronte ai suoi interlocutori. Complimenti!

Gianfranco Fini era definito un politico che non sa un cazzo ma lo dice bene. Quanto a Giorgia Meloni, credo faccia parte di quella categoria di persone che non sa un cazzo e non riesce nemmeno a dirlo bene. La destra estrema fa dei passi avanti, ma la gente, ma il consenso, ma…