L’orgia dei prepotenti

Durante la sessione dell’Onu dedicata alle problematiche del clima sono state naturalmente espresse molte preoccupazioni e molte buone intenzioni: speriamo che le une siano compensare dalle altre. Il clima politico della discussione non era tuttavia meno inquietante di quello naturale.

Il presidente Usa Donald Trump, che in un primo momento sembrava non dovesse intervenire, tanta è la sua insensibilità e la sua posizione negazionista rispetto ai problemi della salvaguardia della natura, ha fatto un’assurda comparsa (minacciato tra l’altro di impeachment dal suo Parlamento): nel suo intervento infatti non ha mai citato il clima, in compenso ha fatto un’affermazione paradossalmente antistorica, ha cioè affermato che il futuro è nelle mani dei patrioti e non dei globalisti. Si può intuire cosa intendesse dire: ognuno si preoccupi della sua patria e lasci perdere il mondo. “Cittadini di tutto il mondo…fate i c…. vostri”. Musica per le orecchie dei sovranisti sparsi un po’ dappertutto.

In perfetta sintonia con Trump si è espresso il presidente brasiliano Bolsonaro, che dal podio delle Nazioni Unite, ha ribadito il diritto sovrano a gestire la questione Amazzonia come meglio crede, perché “l’Amazzonia non è patrimonio dell’umanità”. Il presidente sovranista di estrema destra ha detto: “È un errore affermare che è patrimonio dell’umanità e un malinteso confermato dagli scienziati dire che le nostre foreste amazzoniche sono i polmoni del mondo”. Il presidente ha inoltre accusato i media internazionali di aver mentito sulla situazione reale della foresta: “Non è successo quello che i giornali internazionali hanno raccontato. Erano tutte bugie”, e ha definito gli interventi dei leader mondiali a favore del salvataggio dell’Amazzonia, colonialisti. “La foresta non è devastata e gli incendi non sono così pericolosi da temere il peggio”, ha polemizzato Bolsonaro smentendo platealmente scienziati, foto satellitari e Ong che da sempre si occupano di ambiente.

Ma all’Onu era presente anche il premier inglese Boris Johnson, al quale è arrivata la notizia che la Corte Suprema del suo Paese si era pronunciata: la decisione di Boris Johnson di sospendere il Parlamento è «illegale» ed è stata motivata dalla volontà di impedire ai deputati di svolgere il loro legittimo ruolo di scrutinio delle attività dell’Esecutivo. Gli undici giudici hanno raggiunto all’unanimità un verdetto devastante per il premier britannico. Il Governo non ha presentato «alcuna giustificazione plausibile o ragionevole» per la sua decisione di bloccare i lavori della House of Commons per cinque settimane, ha dichiarato stamani Lady Hale, presidente della Corte Suprema. Ecco un altro sovranista, che intenderebbe addirittura sconvolgere l’assetto istituzionale inglese, prevaricando il Parlamento per strizzare l’occhio al suo popolo bue.

Non sono certamente migliori altri personaggi potenti del mondo: ad esempio il russo Putin e il cinese Xi Jinping. L’aria che tira è questa: i potenti che non si accontentano di essere tali, ma si comportano da prepotenti. Per loro negare l’esistente è quasi un obbligo, snobbare le istituzioni un imperativo, illudere il popolo rappresenta il loro stile politico. In questa folle deriva mondiale siamo purtroppo invischiati anche noi, come Europa e come Italia. Meno male che i sovranisti a livello europeo gridano molto, ma non contano un cazzo: meno male che Matteo Salvini, il prepotente nostrano, ha trovato chi lo ha messo a cuccia, anche se di lì continua ad abbaiare. Fino a quando i prepotenti non riusciranno a portare il mondo allo sfascismo?  “Cittadini di tutto il mondo…fate i cazzi vostri”, sembrano gridare Trump e soci. Bisogna avere il coraggio di rispondere, restando nel linguaggio scurrile: “Fare i c…. nostri non vuol dire ascoltare le teste di c….”. Chiedo scuso della volgarità nascosta dietro i puntini, ma quanno ce vo, ce vo!