La mattarelliana paternità responsabile

Il presidente Mattarella ha disegnato, con poche e decise pennellate, l’ambito europeo in cui il Paese deve collocarsi con dignità e spinta innovativa.  «Coesione e crescita sono gli obiettivi ai quali guardare e il necessario riesame delle regole del Patto di Stabilità può contribuire a una nuova fase, rilanciando gli investimenti in infrastrutture, reti, innovazione, educazione e ricerca». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rivolge un fermo invito alla nuova Commissione nel suo messaggio al Workshop Ambrosetti di Cernobbio. Mattarella auspica anche «passi avanti per una fiscalità europea che elimini forme di distorsione concorrenziale e affronti invece il tema della tassazione delle grandi imprese multinazionali, per un sistema più equo e corretto».

Come di consueto ogni parola presidenziale ha il suo profondo significato e la sua valenza indicativa. Ho letto e riletto più volte le dichiarazioni soprariportate: sono una mirabile sintesi del nostro stare in Europa. Non c’è dubbio che Mattarella abbia parlato a nuora perché suocera intenda. Il suo discorso è rivolto alle istituzioni europee, ma anche al governo italiano e a chi lo rappresenterà nei rapporti all’interno della UE.

Coesione innanzitutto, perché senza quella ogni sforzo è vano e controproducente: no quindi all’euroscetticismo e tanto meno al risorgente sovranismo nazionalista. Poi deve venire la crescita. L’unione europea è una creatura nata bene, sotto i migliori auspici e per volontà di uomini lungimiranti, ma si è fermata da tutti i punti di vista, puntando tutto sull’integrazione economico-monetaria a scapito della politica e dello sviluppo: ecco la necessità di rivedere i patti per aprire una nuova fase fondata sugli investimenti ben finalizzati e funzionali, su una regolamentazione equa e solidale della fiscalità.

Sergio Mattarella ha sfoderato la password per entrare a pieno titolo nelle istituzioni europee, non per subirle, ma per viverle riempiendole di contenuti riformatori. Se fino ad ora si era limitato a svolgere nell’ombra un ruolo di preoccupato contenimento, a fare da diga alla confusione governativa, adesso sembra più sereno ed esce più allo scoperto fornendo un perfetto assist al governo Conte, che nasce in Europa e deve operare in Europa. Il governo Conte 2 è stato concepito dall’amplesso tra papà Mattarella e mamma Ue e quindi deve essere educato da questi genitori. Mattarella chiede al governo-figlio di rispettare la Ue come si fa tra coniugi seri e responsabili, ma vuole aiutarlo anche a crescere e gliene indica la strada.

Qualche imbecille parla di intromissioni, qualche mentecatto vaneggia sui poteri forti. Lo stile, la misura e l’equilibrio sono le cifre del presidente. Tutti l’abbiamo ascoltato alla fine delle operazioni per il varo del nuovo governo: è sempre in cattedra con la costituzione in una mano e nell’intento di rappresentare l’unità nazionale in senso dinamico e propositivo. Non resta che fare silenzio e imparare.