La Misurina è colma?

Mi ha profondamente colpito la notizia della chiusura dello storico centro per la cura e la riabilitazione dell’asma sito a Misurina, nell’incantevole centro dolomitico, di proprietà della diocesi di Parma (tramite l’Opera diocesana San Bernardo degli Uberti). Mi è arrivata improvvisamente e occasionalmente, come un fulmine a ciel sereno, da una giovane suora con cui ho parlato: era molto preoccupata e allarmata anche perché aveva lavorato per questa causa e non si dava pace.

Per il mio turbamento esistono ben tre motivi. Innanzitutto sono molto dispiaciuto, pensando a don Sergio Sacchi, sacerdote e mio indimenticabile amico, che ha speso gran parte della sua vita a servizio di questa struttura. La casa di cura di Misurina fa parte del patrimonio religioso, culturale, sociale, storico ed economico della diocesi, anche e soprattutto per merito di don Sergio e delle tante persone che riusciva a coinvolgere a tutti i livelli, delle tante scelte giuste fatte, del coraggio messo in campo, della generosità con cui ci ha lavorato per tanti anni. Me ne parlava sempre: era nel suo cuore. Aveva passato, non senza sofferenza (le solite decisioni calate dall’alto…), il testimone a don Domenico Magri, altro carissimo amico. Entrambi questi preti sono morti recentemente, lo scorso anno, e infatti mi è venuto spontaneo, non riuscendo a comprimere la mia solita vis polemica, reagire alla brutta notizia dicendo: “Fanno, magari indirettamente, uno sgarbo a questi due scomodi sacerdoti anche dopo la loro morte?”. Boccaccia mia statte zitta!!! Ho pensato male, ho fatto un peccato che confesserò alla prima occasione, ma non vorrei averci azzeccato…

Il secondo motivo riguarda il metodo con cui la Chiesa adotta le decisioni. La diocesi avrebbe, a mio modesto avviso, dovuto muoversi in modo diverso, cercando di coinvolgere nel discorso tutta la comunità diocesana, chiamando a raccolta singoli cristiani, esperti in materia, forze economiche e sociali. È una struttura importantissima, specializzata e radicata. Poteva e doveva essere l’occasione per responsabilizzare e far partecipare la comunità, invece … Può darsi effettivamente che non ci siano i presupposti per continuare, ma prima bisognerebbe tentarle tutte. Come minimo spieghino meglio come stanno le cose e mettano in atto, in modo trasparente, tutte le iniziative possibili. Sono piuttosto scettico verso le forze economiche, ma, come diceva anche la suora con cui ho scambiato qualche impressione, possibile che i vari Barilla, Chiesi e c., le fondazioni bancarie, gli istituti di credito stessi, il Vaticano, e gli enti pubblici territoriali non possano fare niente? Avranno già provato ottenendo risposte negative? Non so dire. Si sono salvate tante iniziative e tante strutture…

Il terzo motivo lo traggo da un articolo apparso sulla Gazzetta di Parma nel 2016, proprio tre anni fa, in cui si tessevano gli elogi e le prospettive di questa struttura e che mi permetto di riportare di seguito quasi integralmente.

“L’istituto «Pio XII» di Misurina di Auronzo di Cadore, di proprietà della diocesi di Parma e specializzato nella cura dei disturbi respiratori infantili, mira a diventare un «laboratorio di alta quota» per ricerche e studi dei maggiori ospedali pediatrici italiani. È questo il senso dell’intesa presentata fra la struttura – attiva da 70 anni, anche grazie ad una donazione iniziale di Pietro Barilla – e l’ospedale pediatrico «Bambino Gesù», di Roma, primo di una serie di accordi fra la struttura e i maggiori ospedali italiani.

In Europa, hanno ricordato gli esperti, l’asma è una patologia in aumento, specie tra i bambini, e rappresenta ormai la principale causa di ricovero in pronto soccorso e la prima condizione cronica tra le cause di assenze scolastiche. Si calcola che in Italia ne soffra un minore su dieci, il 5% dei quali in forma grave persistente.

All’ufficializzazione dell’accordo c’erano, fra gli altri, il segretario di stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, il vescovo di Parma Enrico Solmi e il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni. «Un luogo come questo – ha detto il cardinale Parolin – per un cristiano ha un ruolo importante, cioè quello di aiutare, grazie al Servizio sanitario regionale, i bambini più deboli, le cui famiglie non possono sostenere il pur modesto contributo economico richiesto per mandare i figli a Misurina».

Nelle prossime settimane si prevede di invitare a collaborare con il Pio XII anche l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, l’Irccs pediatrico Gaslini di Genova, l’Irccs materno-infantile Burlo Garofalo di Trieste, l’ospedale dei bambini Buzzi di Milano, le Università di Verona e di Padova ed altri due centri di eccellenza pediatrici europei in alta quota per i disturbi del respiro.

«Si sta sviluppando con vari centri pediatrici una sinergia di ricerca sulla validità delle cure ad alta quota, spiega monsignor Solmi. Il centro di Misurina fu acquistato nel 1946 per ospitare i bambini di Parma provati dalla guerra. Negli anni si è dimostrato in grado di guarire da malattie bronchiali e oggi è un centro di eccellenza in Italia, oltre che, con i suoi 1.750 metri di quota, la clinica più alta d’Europa. Con i farmaci e con percorsi educativi e formativi per pazienti, famiglie e professionisti diamo una risposta importante a patologie in aumento: l’asma oggi colpisce il 20% dei bambini in età prescolare».

Il centro, ricorda il presidente dell’istituto Pio XII don Luciano Genovesi, è accreditato dal servizio sanitario per 100 posti letto (capienza complessiva 150 posti, perché sono ospitati anche i familiari) e in estate è sempre pieno. «La prima iniziativa del nascente network “Misurina” sarà una ricerca sui pazienti con asma non controllata in cura al Bambino Gesù – spiega Genovesi – Sarà studiato il miglioramento della patologia in relazione ai farmaci somministrati e alla qualità di vita nel bambino, confrontando i sei mesi precedenti e i sei mesi successivi al ricovero a Misurina».

Ebbene, tutto finito, tutto cambiato, tutto impossibile? Non sarà meglio ripensarci coraggiosamente e seriamente? Riaprendo il discorso a tutti i livelli, ripensando soprattutto a quanti hanno dato la loro vita per costruire questo patrimonio ed a quanti ne potrebbero usufruire sulla loro pelle. Ci spero ancora e sono sicuro che don Sacchi stia facendo la sua parte dall’aldilà, nonostante tutto. Proviamo a consultarlo?