I giovani ultra ottantenni

Alla fine del giugno scorso ha girato sui media americani, e poi di tutto il mondo, l’immagine iconica della sofferenza, di un corpo riverso nell’acqua verdastra del fiume accanto al corpicino della figlioletta, quasi volesse continuare ancora a proteggerla e salvarla portandola a riva: si trattava di un padre e della sua bambina morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di passare il confine tra Messico e Stati Uniti. Papa Francesco l’aveva vista con immensa tristezza ed era rimasto profondamente addolorato, pregando per loro e per tutti i migranti che hanno perso la vita cercando di sfuggire alla guerra e alla miseria.

A distanza di quasi un mese una religiosa ultra ottantenne, cha stava protestando silenziosamente contro la politica migratoria di Trump, è finita tra le settanta persone – fra le quali alcune Sorelle della Misericordia – che sono state arrestate dalla polizia a Washington mentre manifestavano per criticare le ultime scelte del presidente americano. I manifestanti avevano occupato una sala del Senato, il Russel Senate Office Building, in quella che hanno definito come “Giornata cattolica di azione per i bambini immigrati”. La suora più anziana si chiama suor Pat Murphy e ha dichiarato che la situazione nei centri di detenzione degli immigrati è “assolutamente immorale”, riferendosi a quanto sta accadendo al confine con il Messico dove perdura “una situazione abominevole”.

Seppure con un qualche ritardo ho esaminato e accostato i due fatti: da una parte la pietà cristiana e la solidarietà umana, espresse al più alto e autorevole livello, per le vittime dell’ingiustizia fatta sistema; dall’altra la protesta e la testimonianza contro la politica delle barriere verso gli immigrati. Sono le due facce della stessa medaglia caritativa, una non può sussistere senza l’altra. La pur altolocata commiserazione da parte del papa si completa con la pur modesta ribellione non violenta di una vecchia suora. Due ultra ottantenni a favore dei diritti alla vita e contro la noncuranza, se non addirittura l’ostilità contro chi cerca disperatamente di vivere.

In questo virtuoso collegamento ho ritrovato lo spirito della vera Chiesa, il suo servizio alla causa dei deboli e dei sofferenti, la sua vicinanza ai poveri ed agli emarginati. Suor Pat non si è chiesta dov’è il papa e il papa non si è chiesto dove sono le sorelle della misericordia: ognuno ha fatto e fa la sua parte. Alla vigilia di ferragosto il cardinale Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha indirizzato un messaggio alla politica italiana affinché si metta al servizio del bene comune e la smetta di giocare a nascondino rispetto ai problemi reali. Mancano i preti, le suore, i laici che abbiano il coraggio di scendere in piazza a protestare?! Le occasioni non mancano, ad esempio davanti allo stillicidio continuo contro i migranti abbandonati in balia delle onde. Sono sicuro che molti saranno impegnati, senza fare baccano, nell’accoglienza e nell’integrazione degli immigrati. Però bisogna fare anche un po’ di baccano: nella lotta per una società più giusta c’è posto anche per la contestazione politica. Forza e coraggio!

Però si può scendere in piazza anche con diverse prese di posizione: «Non voglio essere polemico, ma non si vanno a soccorrere sulle navi persone che hanno telefonini, oppure catenine, catene al collo, e dice che vengono dalle persecuzioni. Quali persecuzioni? Guardiamoci intorno, guardiamo la nostra città, la nostra patria. Guardiamo le persone accanto, che hanno bisogno e quante ne ho conosco io, sono tante, tantissime, una marea che si vergognano del loro stato di vita». Questo il passaggio dell’omelia del parroco di Sora, in provincia di Frosinone, durante le celebrazioni per la festa di San Rocco che ha scatenato l’immediata reazione dei fedeli presenti in piazza: alcuni lo hanno applaudito, mentre altri gridavano «buu, vergognati». Come diceva il mio insegnante di italiano a commento di interventi fuori luogo dei suoi allievi: rovinato tutto!!!

La diocesi di Sora ha immediatamente preso le distanze dalle parole del parroco, in una lunga nota in cui il vescovo sottolinea in sostanza che la scelta della diocesi è l’accoglienza e che «qualunque pensiero in senso contrario espresso da chiunque, non esprime la volontà della Chiesa diocesana, e si deve addebitare esclusivamente a discutibili scelte personali di ogni singolo soggetto». Non a caso Gesù afferma: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, vi dico, ma divisione». Aggiungo io: anche tra parroco e vescovo, tra vescovo e papa etc. etc.