Piacciono quelli che…sparlano bene

Come tutti gli italiani, sono rimasto colpito, addolorato e sconvolto dalla drammatica uccisione a Roma di un carabiniere, coraggiosamente impegnato in un intervento contro la criminalità: al momento sarà sembrato un blitz quasi di routine, poi si è rivelato come uno scontro, dai contorni ancora confusi, con il mondo della tossicodipendenza.

Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha così commentato l’accaduto: “Caccia all’uomo a Roma, per fermare il bastardo che stanotte ha ucciso un carabiniere a coltellate. Sono sicuro che lo prenderanno, e che pagherà fino in fondo la sua violenza: lavori forzati in carcere finché campa”.

A costo di essere considerato un traditore della patria, uno sciocco buonista e/o un amico del giaguaro, mi dissocio totalmente dal tono e dal contenuto di questo messaggio: un’invettiva carica di odio, una trappola in cui si rischia di cadere, una sorta di sabbie mobili della paura e della vendetta. Rifiuto categoricamente questa visione socio-politica e, mentre mi onoro di essere difeso da carabinieri come il vice-brigadiere Mario Cerciello Rega, mi vergogno di avere un ministro incaricato della difesa della civile convivenza, che vomita parole irresponsabili e violente. Non si combatte così la delinquenza! Non è questo il modo di rendere onore a chi cade per difendere la società dalla delinquenza.

Oltre tutto è partita l’ennesima criminalizzazione degli immigrati a cui immediatamente è stata affibbiata la colpa. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica della vicenda, che ha ancora dei lati non chiari. Il giovane, che avrebbe confessato l’omicidio a sfondo cocaina, è statunitense, come il suo complice. Non si capisce chi e perché abbia chiesto l’intervento dei carabinieri: stando alla prima confessione dell’uccisore si tratterebbe di un regolamento di conti nell’ambiente della droga. Con tante scuse agli immigrati che sarebbero completamente estranei a questa vicenda. L’importante non è chiarire i fatti e punire i colpevoli, ma alimentare ed esasperare un clima di paura e di odio. Matteo Salvini anche in questo caso si sta comportando non da ministro degli Interni, ma da ministro della propaganda.

Qualcuno lamenta che la Rai dia troppo spazio alle squallide esercitazioni verbali degli attuali governanti. La Tv di Stato effettivamente dimostra di essere inginocchiata ai piedi del governo pentaleghista, sempre più leghista e sempre meno pentastellato. Ma non è colpa degli opportunismi mediatici, questi impresentabili signori sono al governo per avere raccattato un consenso elettorale maggioritario, che, stando ai sondaggi, tende a crescere. Parafrasando la famosa canzone di Enzo Iannacci si potrebbe dire: “Quelli che votano Lega, perché Salvini sparla bene…oh yes…”.

Non voglio mettermi sullo stesso piano, ma quanno ce vò’ ce vo’! Un detto dialettale piuttosto triviale, ma molto significativo, chiede: “Cò preténdot d’an cul una romanza?”. Agli italiani evidentemente piace chi interpreta “al meglio” le loro pulsioni intestinali: in effetti entrando in un bar subito dopo la notizia dell’uccisione del carabiniere, si sarebbero ascoltati commenti in fotocopia rispetto a quello di Matteo Salvini e dei suoi replicanti politico-parlamentari. Perfino il sottosegretario grillino agli affari regionali Stefano Buffagni ha dichiarato: “Tolleranza zero per questi vigliacchi assassini! Vanno trovati e sbattuti in carcere! Questi criminali devono marcire in carcere!”. E chi vorrebbe che non fossero trovati? E chi non auspica la giusta punizione?  Ma, come diceva mio padre: «L’ è al tón ch’a fà la muzica…». Non si può regalare tutta la scena populista alla Lega, bisogna cantare qualche analoga romanza, la cui provenienza resta comunque lo spartito di cui sopra.