Il Conte Dracula

Ho seguito integralmente grazie a Radio Radicale (lunga vita!) l’informativa al Senato del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il dibattito che ne è seguito sulla questione Russiagate. Uso volutamente questo termine, peraltro non troppo originale, perché non saprei come richiamare e definire in due righe il problema che si è scatenato relativamente ai rapporti tra il ministro Salvini e/o suoi presunti “scagnozzi” (?) con la Russia.

Ho già fatto e scritto le mie riflessioni e non ci ritorno sopra. Voglio invece ragionare un attimo su quanto sta emergendo nei rapporti fra il premier Conte, i suoi ministri e i partiti della sua maggioranza. Il presidente del Consiglio sta navigando a vista e tentando di evitare gli ostacoli prendendo regolarmente le distanze ora dall’uno ora dall’altro partito sui diversi temi scottanti che stanno venendo al dunque. Non si tratta di mediazione: Conte infatti sui vari problemi non riesce, e forse non tenta nemmeno, a trovare un onorevole compromesso, ma si schiera con l’uno o con l’altro a seconda dei casi.

Sul Russiagate si è distinto dal vicepremier Salvini andando in Parlamento, laddove il ministro si è ben guardato dal presentarsi, facendo una scontata difesa d’ufficio del governo e lasciando intatta la confusione esistente, anzi aumentandola, basti pensare che i grillini in gran parte non hanno partecipato alla seduta in segno di protesta contro l’atteggiamento strafottente del leader leghista e che i leghisti hanno sollevato un polverone storico evocando una notte in cui tutti i gatti sono bigi.

Sulla Tav si è distinto dal M5S e dal ministro Toninelli, sostenendo che bisogna andare avanti non essendo possibile fare marcia indietro, facendo incazzare i grillini schierati sull’improbabile revisione del progetto, invitandoli a rimettere nel cassetto il parere della commissione all’uopo incaricata e quindi mettendo sostanzialmente a cuccia i mastini anti-tav, che hanno preannunciato sfracelli protestatari.

Sull’autonomia regionale ha fatto incazzare i governatori leghisti, che lo hanno attaccato duramente, attestandosi sulla posizione difensiva delle prerogative centrali soprattutto in materia sanitaria e scolastica. Sulle procedure per il confronto coi sindacati e le forze sociali in materia economica e fiscale ha bacchettato duramente le estemporanee iniziative salviniane, ricominciando tutto daccapo.

Qualcuno dirà che sta dando un colpo al cerchio e uno alla botte per riuscire a sopravvivere, qualcun altro pensa che stia prenotando lo scranno per il prossimo governo o la leadership del M5S allo sbando.  Personalmente credo di averlo politicamente sottovalutato: è un osso molto più duro di quanto si potesse immaginare. Sembrava il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro. Invece da burattino che ispira tenerezza si sta trasformando in burattinaio che ispira simpatia: resta purtroppo intatto il teatrino dei burattini a cui è ridotto il governo nel suo complesso.