Si stringe il cerchio tangentista

La storia insegna come spesso i personaggi in auge precipitino dall’altare alla polvere in fretta e per motivi banali o quanto meno non proprio inerenti alle loro peculiari attività e funzioni. Un tempo erano le vicende sessuali più o meno trasgressive a rovinare la reputazione dei potenti o delle persone di spicco e di successo. Si pensi al campionissimo sportivo, Fausto Coppi, messo in croce a livello mediatico per un adulterio, mentre oggi saltabeccare da una donna all’altra (o da un uomo all’altro) è diventato una sorta di status symbol, un catalogo da sciorinare in faccia al popolo bue. Al riguardo è ancora relativamente e farisaicamente “bacchettone” il giudizio sui politici negli Usa e in Gran Bretagna: basta poco, sessualmente parlando, per essere costretti alle dimissioni e/o per avere stroncata la carriera.

Benito Mussolini era riuscito a far accettare e addirittura ammirare la sua vita extra-coniugale all’ombra della teoria del super-uomo calata sulla sua figura. Silvio Berlusconi ci tentò e ci riuscì fino ad un certo punto (gli uomini ritenendolo il furbo e ammirevole donnaiolo, le donne considerandolo il macho potente a cui tutto è lecito ed a cui non si può dire di no), salvo le esagerazioni (tutti i troppi son troppi), che finirono col retrocederlo da Casanova a maniaco sessuale, da donnaiolo di gran classe a volgare puttaniere.

Anche se qualcuno sostiene che il sesso sia ancora la ricattatoria chiave (o una delle chiavi) di volta per impostare ed interpretare i rapporti di potere, personalmente ritengo non sia più il punto debole su cui essere aggrediti e squalificati: recentemente i due vice-premier italiani hanno gareggiato fra di loro, esibendo con disinvoltura, se non addirittura con studiata intenzionalità ed evidenza, le immagini delle loro avventure galanti (roba leggera, peraltro non trasgressiva, ma assai sbandierata). Tutto fa audience.  Quasi tutti per la verità se ne fregano delle avventure galanti dei politici, alcuni addirittura li ammirano e li invidiano. Io li compatisco e comunque resto legato alla disciplina ed all’onore richiesti dalla Costituzione Italiana ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche. Se uno vuol fare i propri comodi, nessuno glielo vieta, ma deve rimanere in ambito privato, altrimenti…

Le vere luci rosse per i politici però non si accendono sulle avventure sessuali, ma su quelle della correttezza di carattere economico. Della serie un ministro può tranquillamente toccare il sedere di una sua segretaria (ammesso che questa glielo consenta), ma non può toccare una bustarella offertagli da qualcuno in cerca di piaceri e protezioni. Per venire ai nostri giorni, ho l’impressione che intorno a Matteo Salvini e alla sua Lega si stia stringendo un cerchio infuocato di tangenti, che riguarderebbero esponenti leghisti centrali e periferici. Vuoi vedere che i consensi caleranno in picchiata per questo motivo? Va bene respingere e/o rimandare a casa gli immigrati, va benone concedere l’autodifesa spropositata ai cittadini aggrediti, va ancor meglio mettere in riga i burocrati europei e sfondare il bilancio erariale, ma rubare non si può, né come partito né come singoli esponenti di partito.

Su questo discorso potrebbe incrinarsi e addirittura volgere al termine la luna di miele di Salvini col popolo italiano: lui si sta difendendo con le unghie e coi denti, giocando a fare il garantista, ma sa benissimo di stare scherzando col fuoco. Non mancava altro che la notizia riguardante la Procura del Lazio della Corte dei Conti, la quale avrebbe aperto un fascicolo esplorativo sui presunti abusi effettuati da Salvini in materia di voli di Stato. Prontamente Di Maio si è impossessato del ruolo di fustigatore di costumi: “Spuntano tangenti ovunque, giorno dopo giorno, e la scelta in vista delle elezioni europee sembra essere sempre più chiara: il 26 maggio sarà tra noi e questa nuova Tangentopoli. Sono molto preoccupato per i casi di questi giorni, di arresti e indagati per casi di tangenti e corruzione, che hanno coinvolto sia la destra sia la sinistra. C’è un’evidenza, ovvero che il sistema partiti continua ad essere fortemente inquinato”.

Non mi piace la pacchiana e sempre meno credibile strumentalizzazione grillina, ma non piangerò calde lacrime se il leghismo andrà in crisi sull’onda delle tangenti. Preferirei di gran lunga che venisse smascherato e sconfitto politicamente, per le orribili linee portate avanti e bevute con paradossale gusto dagli elettori. Anche perché le “sconfitte giudiziarie” spesso durano l’espace d’un matin e talora si ripercuotono in fretta anche sui vincitori (chi è senza peccato, scagli la prima pietra), mentre quelle politiche lasciano o dovrebbero lasciare irrimediabilmente il segno.