Le nostre bilance truccate

Nello Sri Lanka, otto esplosioni in chiese ed hotel, causate probabilmente da attentati terroristici di matrice islamica, hanno causato oltre 200 morti e 500 feriti. Il clamore mediatico e l’impressione popolare suscitati da questo evento non sono minimamente paragonabili a quelli provocati dall’incendio alla cattedrale di Notre Dame a Parigi. Con tutto il rispetto per l’arte e la cultura mi permetto di essere molto più toccato dalla carneficina scatenata in Sri Lanka. Forse sto facendo grottesche ed assurde graduatorie, ma questo strano accostamento merita una riflessione.

La nostra visione del mondo non si basa sul valore della persona umana, ma sul clamore emergente dagli avvenimenti: ai Giudei aveva fatto molto effetto la risurrezione di Lazzaro e la successiva entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme, molto più dell’arresto, delle torture, della crocifissione e della morte inflitti allo stesso Gesù a distanza di pochi giorni. I giudei del trattamento riservato a Gesù o se ne fregano altamente con un’alzata di spalle (scenda dalla croce e gli crederemo…) o addirittura preferiscono patrocinare la grazia ad un delinquente (liberaci Barabba!) istigati dai cinici opinion leader dell’epoca e/o dai politici opportunisti.

Abbiamo in testa uno schema totalmente sbagliato e pretendiamo addirittura che Dio lo adotti e si comporti di conseguenza. Essendo Pasqua, viene spontaneo fare riferimento agli insegnamenti evangelici. Essere attenti alle esigenze del nostro prossimo è una delle due facce della medaglia cristiana. Agli Ebrei non fregava niente dei Samaritani agonizzanti sulla strada, a noi non frega niente di chi muore negli attentati terroristici lontano dal nostro territorio. Alle gerarchie religiose non interessava niente delle speculazioni affaristiche che avvenivano all’ombra del tempio, l’importante era la sua fisica integrità e Gesù, che ebbe il torto di scacciare i mercanti, fu tolto di mezzo come un inutile e pedante rompiscatole.

A noi interessa l’integrità artistica di una cattedrale e allarghiamo pigramente le braccia di fronte alle chiese/comunità dello Sri Lanka buttate all’aria assieme ai loro frequentatori. “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”, dice Gesù e tutti a scandalizzarsi. Piangiamo sull’arte di Notre Dame messa a soqquadro e sorvoliamo su 200 persone trucidate in una lontana isola dell’oceano Indiano, di cui ricordarsi solo al momento di scegliere una chiccosa meta turistica.

Dopo il tremendo tsunami del 2004, che colpì proprio anche lo Sri Lanka oltre Indonesia, India, Thailandia, Birmania, Bangladesh e Maldive, ci fu chi si preoccupò innanzitutto e soprattutto delle proprie vacanze andate in fumo, al punto che il ministro Gianfranco Fini dovette stigmatizzare questi atteggiamenti da gente con una spanna di pelo sullo stomaco. Siamo fatto così, siamo fatti molto male!