A ognuno il suo mestiere

Parecchio tempo fa mi raccontavano di un incontro informale tra amministratori pubblici della provincia di Parma: un pianto cinese sulle difficoltà finanziarie dei comuni e sulle ristrettezze delle loro comunità. Ad un certo punto uno dei partecipanti sbottò e cominciò ad esprimersi in dialetto, adottando uno spontaneo e simpatico intercalare, scaricando colpe a più non posso sul sistema bancario reo di compromettere sul nascere ogni e qualsiasi intento di ripresa: «Parchè il banchi, ät capi…» diceva a raffica e giù accuse agli istituti di credito. Questo per dire che a volte la politica tende a scaricare sue responsabilità su altri soggetti, ma è pur vero che i detentori del potere finanziario tendono a condizionare scorrettamente la politica, magari dopo avere creato disastri (gli esempi sono numerosi a tutti i livelli, Vaticano compreso). Succede in Europa, in Italia, a Parma.

Ha comunque fatto benissimo il presidente Sergio Mattarella a mettere i puntini sulle “i” per quanto concerne i poteri di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario.  Pur firmando la promulgazione della legge istitutiva ha fatto una serie di precisazioni di carattere istituzionale. Le preoccupazioni presidenziali sono sostanzialmente tre. In primo luogo egli scrive: “Occorre evitare il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi – quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato – all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati”. Attenzione cioè a non creare il controllore dei controllanti in una assurda e pericolosa escalation con effetti devastanti sul mondo bancario e finanziario.

In secondo luogo il Capo dello Stato entra nell’ambito di attività della suddetta Commissione: “Non può passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia, sino a coinvolgere le stesse operazioni bancarie, ovvero dell’attività di investimento nelle sue varie forme”. Attenzione cioè a pretendere una sorta di commissariamento delle banche e dell’intero sistema creditizio: siamo in un sistema liberal-democratico e non in un regime dove tutto è controllato dall’alto.

In terzo luogo, relativamente al discorso della separazione fra attività d’inchiesta e quella dell’autorità giudiziaria, Mattarella dichiara: “Il principio di non interferenza e quello di leale collaborazione vanno affermati anche nei rapporti tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria. Come ha più volte chiarito la Corte Costituzionale, l’inchiesta parlamentare non è preclusa su fatti oggetto di indagine giudiziaria, ferma restando la diversità degli scopi perseguiti da ciascuna istituzione espressa con la formula del ‘parallelismo a fini diversi’. L’inchiesta non deve tuttavia influire sul normale corso della giustizia ed è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità”. Attenzione cioè al voler essere più giudici dei giudici.

Sembrano raccomandazioni molto opportune. Mi viene però spontanea una riflessione: viste le cautele presidenziali, il testo della legge non deve essere molto chiaro e lineare. Allora, il Parlamento dovrebbe cominciare a svolgere bene i suoi compiti (legiferare) prime di fare le pulci alle altre istituzioni e fare d’ogni erba un fascio. Dare addosso alle banche, le quali, intendiamoci bene, non meritano grande comprensione, è uno sfogatoio piuttosto usuale. Con le arie che tirano, politicamente parlando, il rischio è quello di creare un gran polverone elettoralistico (sputtanare le banche, sparando nel mucchio, è un argomento che tira), di non chiarire un bel niente e di creare confusione istituzionale. Forse, tutto sommato, era meglio che Mattarella, prima di firmare, pretendesse alcune modifiche al testo normativo: mi sarei sentito ancor più garantito. Avrà preferito non infierire.