Dalle piazze alle ong nonostante Salvini

La nave Mare Jonio ha salvato 49 stranieri davanti alle coste libiche. La Guardia di Finanza ha notificato al comandante il sequestro probatorio della nave, disposto dalla procura di Agrigento, che indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in merito allo sbarco dei suddetti immigrati. Aspettiamo i risultati di questa inchiesta: mi sembra tutto quasi paradossale, alla spasmodica ricerca del fallo di gioco per squalificare tutti i giocatori.

Ricordo un episodio della mia vita professionale a servizio delle cooperative sociali: una di queste aveva fatto lavorare soggetti svantaggiati senza osservare scrupolosamente le regole in materia di inquadramento. Le fecero un accertamento pazzesco con enormi penali da pagare al limite della chiusura dei battenti. Andai a colloquio con un alto funzionario per spiegargli la buona fede con cui la cooperativa aveva operato. Mi rispose: “Ma chi ve lo fa fare di assumervi questi impegni, lasciate che lo Stato si arrangi”. Mi sembra che la logica continui ad essere questa anche riguardo alle organizzazioni non governative: danno fastidio, sono mine vaganti nel mare di latitanza delle pubbliche istituzioni e di indifferenza della pubblica opinione.

Ho la netta sensazione che sulla pelle dei migranti si stia giocando una battaglia schifosa: non la politica a servizio dell’immigrazione, ma l’immigrazione a servizio della politica. Anche in vista delle prossime tornate elettorali gli attuali governanti italiani, dal pugno duro, dal cervello rude e dal cuore spietato, hanno bisogno di accreditarsi come miracolosi risolutori del problema e lo stanno facendo screditando coloro che operano in mare aperto per raccogliere i naufraghi e fregandosene altamente della vita di quei disgraziati che tentano di sfuggire dall’inferno dei loro paesi di provenienza e/o da quello libico.

È da tempo che pende l’accusa alle ong di operare in modo opaco, al di fuori della legalità e a favore dell’immigrazione clandestina: che la magistratura facesse una buona volta chiarezza e sgombrasse il campo da un paravento dietro cui si nasconde l’inettitudine governativa e la cattiva coscienza della gente. Al di là di tutto mi sembra che si vada alla ricerca della pagliuzza delle ong per trascurare la trave nell’occhio di Salvini e c.

Il più bel diversivo per distrarre l’attenzione dal reale e drammatico problema migratorio, nel caso della nave Mare Jonio, l’ha escogitato Salvini, che, non contento del penoso precedente Diciotti, è entrato da assurdo protagonista ed a gamba tesa nella vicenda: «Questa è la nave dei centri sociali, perché il capo missione è Luca Casarini, un signore con vari precedenti penali, noto per essere leader dei centri sociali del nord est. A bordo ci sono altri esponenti di sinistra e ultrasinistra, che stanno a mio parere commettendo un reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, perché hanno raccolto questi migranti in acque libiche mentre stava intervenendo una motovedetta libica, non hanno obbedito a nessuna indicazione, hanno autonomamente deciso di dirigersi verso l’Italia per motivi evidentemente ed esclusivamente politici, non hanno osservato le indicazioni delle autorità e se ne sono fregati dell’alt della Guardia di Finanza». La miglior difesa, anche nella partita della strumentalizzazione politica, è l’attacco.

Quanto al percorso socio-politico di Luca Casarini, lui stesso ricorda il suo passato in questo modo: «Tutta la mia vita è stata accompagnata dall’impegno politico e sociale: 30 anni fa dentro i centri sociali, poi nei movimenti no global, da Seattle a Genova. E poi le lotte per il diritto all’abitare, contro il nucleare, contro la devastazione ambientale, contro i Cie, contro il razzismo istituzionale, contro chi nega il diritto ad un sapere condiviso». Dopo alcuni impegni in campo politico (candidato alle elezioni comunali di Padova, consulente dell’ex ministro per la Solidarietà Sociale Livia Turco, candidato al Parlamento Europeo nella lista “L’altra Europa” con Tsipras, componente della presidenza nazionale di Sel) ora fa il capo missione su Mare Jonio. Ho profondo rispetto del travaglio della passione politica di quanti compiono il percorso che va dal generico, confuso e contraddittorio ribellismo di piazza al tentativo quasi sempre velleitario di inserirsi nelle istituzioni per approdare all’impegno nel volontariato sociale: è un processo di maturazione che capisco e sul quale penso si debba riflettere. Molto più rispettabile del cammino di chi, dopo aver aizzato le folle deviandole sul binario dell’antipolitica, ne liscia il pelo promuovendo o sopportando politiche pseudo-razziste (ogni e qualsiasi riferimento a Beppe Grillo è certamente voluto).

Concludendo l’intervista, Luca Casarini, riferendosi al salvataggio in mare operato dalla nave Mare Jonio, afferma: «L’unica cosa che mi interessava era che queste persone arrivassero a toccare terra in un luogo sicuro. E ce l’abbiamo fatta. Quello che succederà dopo, per adesso non conta. E ancora meno contano certe parole che ho sentito. Ma che importanza possono avere le cose che dice uno come Salvini di fronte alla vita di quarantanove persone. A me del suo pensiero non interessa». Sono perfettamente d’accordo con Casarini.