Pari sono!…l’egoismo (della lingua) e… il razzismo (del pugnale)

250.000 persone manifestano a Milano contro il razzismo. Beppe Grillo per tutta risposta considera il razzismo un fenomeno esclusivamente mediatico: «Chiunque abbia un minimo di buon senso non vede alcun razzismo, ma soltanto un crescente egoismo sociale.  Cosa sta succedendo?  Sembra che il Paese non voglia confrontarsi con i suoi “veri fantasmi”.  Se fosse una manifestazione contro l’egoismo, contro il mors tua vita mea, ne sarei felice.  Ancora di più, se fosse una manifestazione contro la mafiosità, i favori e le caste…ma stiamo soltanto sognando».

Finalmente Grillo esce dal nascondiglio e ritorna in pista, svelando (o coprendo) le contraddizioni del suo movimento. Che in Italia tiri un’aria razzista lo sentono in molti, a lui conviene negare l’evidenza in quanto di questo clima è direttamente o indirettamente responsabile anche il M5S. La disquisizione fra egoismo sociale e razzismo mi sembra peraltro una questione di lana caprina: sono due facce della stessa medaglia, l’uno è la premessa dell’altro, non so se sia nato o nasca prima l’egoismo sociale o il razzismo. Rigoletto, nella grande opera di Giuseppe Verdi canta con riferimento ad un sicario che gli propone i propri servigi: “Pari siamo!…io la lingua, egli ha il pugnale; l’uomo son io che ride, ei quel che spegne!…”.

Inoltre le difese “benaltriste” del ritrovato leader pentastellato lasciano il tempo che trovano: buttare la palla in tribuna è sintomo di non saper giocare e difendersi alla viva Grillo. Tutte le manifestazioni che non rientrano nella tattica grillina sono da considerarsi inutili, tutti i problemi che mettono i pentastellati con le spalle al muro sono questioni inesistenti o risibili. Uno strano modo di essere democratici a cui il M5S ci sta abituando.

Cosa è se non è egoismo sociale la (non) strategia del governo in materia di immigrazione considerandola un problema per sognatori? Cosa è se non è razzismo il pelo lisciato alla gente sull’opzione della (non) accoglienza agli immigrati? E via discorrendo… Il sindaco di Milano ha risposto con (troppa) eleganza alle farneticazioni grilline: «Da Beppe a Beppe. Caro Grillo, tu che hai fatto capire a tanti cos’è la partecipazione, dovresti sapere che quando centinaia di migliaia di persone vanno in piazza per farsi ascoltare vanno rispettate. Mi spiace che tu, il fondatore della principale forza di Governo, liquidi questa realtà con sprezzo. Forse non ti piace quello che hai visto perché la gente di Milano non ha detto nessun vaffa?». A questa risposta nel metodo, ne avrei aggiunta una nel merito: “Caro Grillo, dovresti sapere che quando si lasciano morire in mare centinaia di persone, quando si tengono centinaia di disperati in alto mare, si calpestano i principi fondamentali della civiltà e della democrazia; quando si predica vento si raccoglie una tempesta razzista più o meno conclamata”.

Don Gino Cicutto, parroco nella Chiesa di San Nicolò e San Marco a Mira, in provincia di Venezia, ha ricevuto una busta con denaro nella cassetta della Caritas parrocchiale. Sulla busta don Gino ha trovato una scritta: «Pro anziani, malati, al freddo o alla fame, italiani da sempre, in primis! Gli stranieri per ultimi!». «Queste parole, ha spiegato don Gino, ripropongono slogan che siamo abituati a sentire, ma non hanno niente a che fare con la fede e la vita cristiana, che considera i più poveri tra i primi, senza guardare il colore della pelle o la provenienza. La persona che ha scritto queste parole deve interrogarsi seriamente sul suo essere cristiano e, se non è d’accordo su ciò che è la vera carità, può passare per la canonica a riprendersi la sua “offerta”; eventualmente può consegnarla a chi la pensa come lui, ma non deporla davanti al Signore».

Forse anche Beppe Grillo dovrebbe fare una capatina nella parrocchia di cui sopra per farsi spiegare qualche cosa di utile, a meno che non sia pronto a ricevere lui quella busta per girarla magari a Matteo Salvini per il tramite di Luigi Di Maio.