Il panico dell’ignoranza

All’articolo 87 della Costituzione Italiana, che fissa i poteri del Presidente della Repubblica, bisognerebbe aggiungere una dizione rispecchiante quanto sta avvenendo, fortunatamente e clamorosamente, nei fatti: “Individua gli errori del governo e ne propone la relativa correzione”. Siamo alla Costituzione materiale.

Di fronte alla penosa balbuzie governativa emergente di fronte alla situazione venezuelana, il Capo dello Stato è intervenuto con pazienza e classe infinite, dettando la linea a chi straparla o “stratace”, portando il nostro Paese all’isolamento e alla deriva internazionale. L’ambiguità del governo è inaccettabile: gioca a nascondino con l’Ue, facendosi dettare la linea da un illustre sconosciuto di nome Alessandro Di Battista, che osa farneticare: «Ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento, lo so. L’Italia non è abituata a farlo. Ci siamo sempre accomodati in modo vile agli esportatori di democrazia. L’Europa dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini statunitensi. Il mondo va avanti. Suggerisco coraggio e lungimiranza e soprattutto una difesa sostanziale dell’articolo 11 della Costituzione». Parole sparate sul filo dell’ignoranza totale, con la conseguente presunzione di un nano a giudicare la storia su cui hanno lavorato i “giganti”, da De Gasperi a Moro, da Fanfani a Saragat, tanto per fare qualche nome.

In poche soppesate e significative parole Sergio Mattarella ha smontato le contraddizioni di un governo assurdo e seppellito le velleitarie esercitazioni dei dilettanti allo sbaraglio. Si è limitato ad auspicare “chiarezza su una linea condivisa con tutti i nostri alleati e i nostri partner europei” e ha aggiunto che “la scelta è tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato e dall’altro la violenza della forza”.

Il Presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri dovranno assumersi le loro responsabilità e smetterla di portarci in giro per il mondo a fare la parte dei cretini. Anche Matteo Salvini ha dovuto riconoscere che non stiamo facendo una bella figura. Lui dovrebbe starsene zitto, ma, sfoderando il minimo dei minimi di senso politico, forse ha capito che su certe cose non si può improvvisare o scherzare.

So benissimo cosa dirà la gente: cosa ce ne importa di Maduro e di Guaidò? Guardiamo in casa nostra! I venezuelani se la vedano fra di loro e decidano cosa vogliono fare! Questi commenti triviali fanno eco ad una classe politica, che usa le istituzioni italiane per giocare alla playstation. Probabilmente Mattarella riuscirà per l’ennesima volta a toglierci le castagne dal fuoco. Non manca più che dichiarare guerra alla Francia e bombardare la Tav finora realizzata: a parole sta già succedendo.

Quanto a Trump ed alla sua strampalata politica estera, il suo stratega Bannon non si è dichiarato il sensale del matrimonio pentaleghista e non ha una passione per il Movimento 5 stelle e per Beppe Grillo, di cui apprezza la rabbia sciorinata sulla scena politica? Improvvisamente Trump è diventato un golpista petrolifero?  Putin è un forte riferimento internazionale per grillini e leghisti: lui sta con Maduro e potrebbe avere speso una parola sulla loro mano per ottenere almeno una neutralità che fa comodo al dittatore venezuelano. E questo sarebbe il coraggio della neutralità? Forse è solo il panico dell’ignoranza!