Il concorso della stupidità

Un mio ex-collega, quando aveva in programma di partecipare ad un incontro di lavoro che si preannunciava piuttosto vivace e conflittuale, si preparava andando a far visita alla suocera: si scaldava, come fanno i calciatori prima di entrare in campo. Iniziare a freddo può essere rischioso.

I vice-premier italiani si stanno scaldando per la prossima campagna elettorale e non trovano di meglio per scaldarsi i muscoli che attaccare la Francia sui migranti, sulle estradizioni, sul colonialismo, sul seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, sul caso Stx- Fincantieri, sul dossier Alitalia. Ogni pretesto è buono per duellare verbosamente con i cugini d’oltralpe.

La ministra per gli affari europei, Nathalie Loiseau, ha così commentato questi stucchevoli corti circuiti: «Non vogliamo giocare al concorso di chi è più stupido. Con l’Italia abbiamo molte cose da fare e vogliamo continuare a farle. Mi recherò in Italia quando il clima si sarà calmato. In Francia si dice che tutto ciò che è eccessivo è insignificante. Quando le dichiarazioni diventano eccessive per toni e quantità, diventano dunque insignificanti. La Loiseau, che ha definito “inutili” gli attacchi del governo gialloverde al suo Paese, si è chiesta: “Cosa ci guadagnano gli Italiani? Contribuiscono forse al benessere del popolo italiano, che è generalmente l’obiettivo di ogni governo? Non penso”.

Il concorso a chi è più stupido! Subito, leggendo le dichiarazioni della ministra francese, ho pensato che alludesse alla gara a chi la spara più grossa fra Di Maio e Salvini, poi rileggendo meglio ho capito che esorcizzava la gara fra i due Paesi ad attaccarsi in modo stupido. Mi resta un piccolo margine di dubbio, ma lasciamo perdere. Quanto afferma Nathalie Loiseau è dettato dal buonsenso, che viene prima della politica. Purtroppo è merce rara, che non si compra dal pizzicagnolo e che scarseggia negli attuali ministri italiani, almeno quelli politicamente più in vista.

Cosa ci guadagnano gli italiani da queste schermaglie polemiche innescate a turno da Di Maio e Salvini? Niente, se non l’illusione di contare qualcosa a livello europeo ed internazionale in conseguenza della capacità di rompere le palle: prima o poi all’estero qualcuno abbandonerà la comprensione verso gli italiani e ci presenterà un conto salato da pagare. La corda potrebbe strapparsi e allora nessuno ci toglierà il primato nel concorso a chi è più stupido.

Il premier Giuseppe Conte invece fa lo stupido per non pagar dazio. A margine del Forum economico mondiale di Davos, ha introdotto un tema molto caro ai grillini, ossia quello di un seggio Onu all’Ue e non a un singolo stato: “Se la Francia vuole mettere a disposizione il proprio seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, parliamone e facciamolo nel contesto europeo, se davvero vogliamo dare importanza a tale contesto”. Sui migranti afferma: “Noi ci stiamo battendo da mesi, nessuno vuole realmente pervenire a sforzi comuni per un meccanismo realmente europeo. Faremo da soli, in Italia la nostra politica, come vedete con gli sbarchi, sta raggiungendo dei risultati”. Mi chiedo se Conte stia facendo uno stage da premier sulla nostra pelle. È pur vero che sbagliando si impara, ma cerchi almeno di contenersi.

“Nessuno vuole uno scontro, né con la Francia né con la Germania. Non dico che non ce lo possiamo permettere, ma non lo vogliamo”, dice il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Buono a sapersi. Quanta voce in capitolo ha Tria? A volte le apparenze ingannano: speriamo sia così.

L’ex premier e presidente della Commissione Ue, Romano Prodi a chi gli ha chiesto di commentare gli attacchi italiani alla Francia ha così risposto: “Mah, io quando vedo sta roba, non riesco neanche a capacitarmi. Problemi così complessi e raffinati non vanno affrontati con questa superficiale brutalità”. Non sono un prodiano sfegatato, ma forse qualcosa in più degli attuali governanti ne capisce.  Infatti è fuori concorso.