Il circo senza rete

Per la seconda volta, dopo un penoso e vomitevole tira e molla sulla pelle di decine di disperati, si è trovato in extremis un accordo fra gli Stati europei per accogliere i migranti parcheggiati su una nave, dopo la Diciotti siamo ad una nave gestita da una Ong (la Sea Watch), suddivisi fra ben sette Paesi disposti ad accoglierli pro quota. Il premier italiano Conte si pavoneggia per avere svolto il ruolo del mediatore ed aver ottenuto un risultato di facciata: il governo usa il bastone, ma poi al momento opportuno sa tirare fuori la carota, gioca a fare il duro fino ad un certo punto, poi trova gli accordi per uscire dalle situazioni a dir poco imbarazzanti.

“Missione compiuta! Ancora una volta, grazie all’impegno del governo italiano e alla determinazione del Viminale, l’Europa è stata costretta a intervenire e ad assumersi delle responsabilità”, dice il vice-premier Salvini a proposito della vicenda Sea Watch. “Sei Paesi hanno accettato di accogliere gli immigrati a bordo della Sea Watch, coordinandosi con la Commissione europea. Si tratta di Francia, Portogallo, Germania, Malta, Lussemburgo e Romania” aggiunge Salvini, il quale poi auspica che “venga aperta un’indagine sul comportamento della Ong”.

Perbacco, così si fa, si tiene duro e si ottiene. Cosa? Che l’accoglienza venga comunque garantita anche se gestita ai minimi termini e parcellizzata, che la chiusura dei porti sia una manfrina inutile tanto nessuno viene respinto, che mal comune sia mezzo gaudio anche per l’immigrazione, che un progetto politico continui ad essere di là da venire, che le parole grosse coprano il vuoto dei pensieri piccoli.

Il personaggio più ridicolo, tutto sommato, non è Matteo Salvini, ormai lo conosciamo (tutti i mali, se li conosci, li combatti meglio), ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale si sta specializzando nel raccogliere i rifiuti organici dei suoi vice-premier e nello smaltirli negli occasionali fornetti inceneritori europei. Se questo vuol dire fare politica e fare Europa…

La prossima volta, in occasione del prossimo carico umano in balia delle onde mediterranee, consiglierei di fare così: ripetere la stessa manfrina in poche ore, contenendola in qualche scambio polemico ormai collaudato; ribadire che è tutto merito del ministro dell’Interno; fare un hip hip urrà agli Stati europei più morbidi; portare in trionfo Giuseppe Conte; augurare lunga vita al governo giallo-verde; scaricare le colpe sulle Ong.

Se non ci fosse comunque di mezzo la vita di tanti migranti, sarebbe il caso di farci sopra quattro risate: il circo Salvini ha i trapezisti per far tenere il fiato sospeso, gli equilibristi per tenere in piedi le situazioni, i domatori di leoni per mostrare coraggio, i prestigiatori per cambiare le carte in tavola, i clown per alleggerire la tensione. Non sarà difficile classificare i governanti attuali in queste categorie. E la rete? Ne siamo sprovvisti, ma…applausi.