L’apparente non senso del dovere

Il civismo consiste nella consapevolezza e nell’alto senso dei propri doveri di cittadino e di concittadino, coscienza che si manifesta in azioni e comportamenti utili al bene comune. Al fine di alimentare e guidare questo atteggiamento nel 1958 Aldo Moro introdusse l’educazione civica come insegnamento nelle scuole medie e superiori, affidato al professore di storia. Dal 2010/2011 si è cambiato nome alla materia, passando al nome “Cittadinanza e Costituzione”. Comprende cinque argomenti: educazione ambientale, educazione stradale, educazione sanitaria, educazione alimentare e Costituzione italiana.

In una recente notte, lungo la superstrada Milano-Meda, un 47enne comasco si è fermato per soccorrere due fidanzati rimasti incastrati tra le lamiere della loro Fiat 600, speronata da un Audi il cui autista era scappato dopo lo schianto senza prestare soccorso. Il soccorritore ha indossato il gilet catarifrangente, ha tenuto accese le luci per segnalare la presenza del suo automezzo, ma quando è uscito dalla sua macchina è stato travolto da altri due automezzi. I due giovani fidanzati sono finiti all’ospedale in stato di choc, il conducente di uno dei due automezzi del tragico tap-in ha riportato qualche ferita, mentre il soccorritore è morto sul colpo.

Un dramma della strada in cui si sovrappongono la paura di ammettere le proprie colpe, la generosità del soccorso agli altri e la fatalità del non riuscire ad indicare in tempo la situazione di pericolo. L’accertamento delle responsabilità verrà fatto dagli organi competenti. Resta il paradosso della dinamica di un doppio incidente da cui esce ucciso colui che ha compiuto un gesto di alto senso civico. Guidare un automezzo è un’azione ad alto rischio per se stessi e per gli altri: non basta la prudenza, non basta la correttezza, non basta nemmeno la solidarietà. Sì, forse, se il primo investitore si fosse fermato e non si fosse fatto prendere dal panico, le cose sarebbero andate diversamente: avrà temuto il ritiro della patente, il non aver rispettato la distanza di sicurezza, aver tenuto una velocità oltre i limiti consentiti. Non mi sento di colpevolizzare nessuno, ma resta il fatto che chi ha agito con senso civico è diventato vittima della propria generosità.

Sono rimasto molto toccato da questo fatto. Posso immaginare il dolore straziante dei famigliari della vittima, posso immaginare la crisi di coscienza dell’automobilista fuggito, posso immaginare il dispiacere di chi si è salvato e di chi è rimasto coinvolto nel tragico e complicato incidente. Dante Alighieri ha introdotto nella sua Divina Commedia la regola del contrappasso: la pena alla quale sono sottoposti i peccatori nell’oltretomba riproduce i caratteri essenziali della colpa per analogia o per contrasto. In questa vita purtroppo molto spesso esiste una sorta di contrappasso a rovescio: vengono puniti i senza colpa o addirittura coloro che si sono dati da fare per aiutare gli altri. È follia! Non c’è spiegazione. Chi si comporta bene è spesso costretto a recitare la parte di un angelo capitato in terra per caso. Dovremmo diventare tutti angeli? Sarebbe l’impossibile soluzione. Cerchiamo almeno di essere un po’ meno demoni: ce lo chiede chi nelle battaglie fa obiezione di coscienza civica e ci lascia le penne.