…e vieni al freddo e al gelo…in una nave Ong

Sea watch 3, nave di una Ong (bandiera olandese), chiede di portare in Italia 33 persone (immigrati), soccorse in prossimità delle coste libiche. La risposta del ministro Salvini è sempre la stessa: i porti italiani sono chiusi. “La Libia non è un porto sicuro, afferma la Ong. L’ultimo rapporto Onu parla di orrori inimmaginabili per i rifugiati e i migranti catturati, esortiamo i governi europei a fornire un porto”.

Alla vigilia di Natale questo atteggiamento di netta chiusura del governo italiano grida veramente vendetta al cospetto di un Dio, che è venuto nel mondo più o meno alle stesse drammatiche condizioni di questi disperati, abbandonati in mare o perseguitati in Libia. Il presidente del consiglio Conte ha fatto visita in contemporanea alle autorità libiche: avrebbe dovuto rinfacciare loro il maltrattamento che riservano ai migranti, invece, almeno apparentemente, …calorose strette di mano. Spero abbia speso una parola in tal senso. La diplomazia ha le sue regole!

I maghi venuti dall’Oriente andarono da Erode a chiedere notizie di un bambino piuttosto importante e lui se ne fece un baffo, anzi si preoccupò di farlo fuori ordinando una strage. Una Ong chiede aiuto al governo italiano per soccorrere un nutrito gruppo di naufraghi, il governo se ne frega, anzi rimanderebbe tutti in Libia dove, a quanto si dice, i migranti vengono ammassati e trattati come rifiuti. Non c’è molta differenza, la storia si ripete.

Non so come faccio io a celebrare il Natale, circondato da tanta gente in grave sofferenza, ma, a maggior ragione, non so come facciano a trascorrere le feste di Natale in serenità i governanti che alzano muri, sbarrano confini e chiudono porti in faccia a dei disgraziati, che allungano una mano per chiedere di essere salvati. Non ha molto senso la beneficenza una tantum dei vari telethon, ma almeno a Natale un gesto di accoglienza si poteva fare. Niente.

Si dirà che la politica ha le sue regole, che il buonismo delle Ong non risolve le questioni, che il problema dell’immigrazione è enorme e non si risolve a colpi di sporadica generosità, che occorrono progetti articolati e condivisi. Sì, tutto quello che si vuole, ma quei 33 migranti, che passeranno il Natale su una nave, non certo per una crociera, assomigliano troppo a quel Gesù che passa il suo primo Natale in una grotta. Lui aveva vicino i suoi genitori, due animali che lo riscaldavano, i pastori che lo soccorrevano. I migranti hanno le Ong, che vengono addirittura criminalizzate nella loro opera di salvataggio. Le situazioni tendono addirittura a peggiorare. E abbiamo il coraggio di scambiarci gli auguri di Buon Natale!?

Sarò un nostalgico, un sentimentaloide da strapazzo, un buonista incallito, un cristiano di facciata, un uomo che parla bene e razzola male, ma quei 33 migranti, assieme a tutti i poveri del mondo e in loro triste rappresentanza, mi causano non pochi rimorsi di coscienza. Se il nuovismo e il cambiamento consistono nell’essere duri di cuore e limitati di mente, auguro a tutti i cittadini italiani di accorgersi che stiamo sbandando e in mezzo al mare, oltre i barconi dei migranti, c’è anche il barcone Italia, che va alla lussuosa deriva dell’egoismo.