La mercenaria giocoleria del calcio

Mio padre, pur amando il calcio (“al fotbal”, diceva in una versione dialettale dall’inglese) era intransigente verso le scorrettezze del pubblico, ma anche dei giocatori. Soprattutto pretendeva molto dai grandi campioni superpagati, arrivava alla paradossale esigenza del goal ad ogni tiro in porta per un fuoriclasse come Zico (“col da la ghirlanda”), incoronato re di Udine al suo arrivo nella città friulana: cose da pazzi! Ma non solo con Zico anche con altri cosiddetti fuoriclasse: mio padre non accettava gli ingaggi miliardari, ne avvertiva l’assurdità prima dell’ingiustizia, faceva finta di scandalizzarsi, ma in realtà coglieva le congenite contraddizioni di un sistema sbagliato. Per non parlare di Maradona: lo chiamava “mardona”, non ho mai capito se l’errore fosse voluto o meno, fatto sta che calzava a pennello ed era tutto un programma.

Ebbene questo sistema si è ulteriormente aggravato e “imbestialito”, basti pensare ai due personaggi in voga nelle due squadre più titolate d’Italia. Cristiano Ronaldo, il trentatreenne calciatore portoghese da quest’anno in forza alla Juventus, ha un ingaggio annuo di 31 milioni di euro netti; Mauro Icardi, il venticinquenne argentino nelle file dell’Internazionale di Milano, nel confronto ci sfigura: guadagna attualmente 4,5 milioni, ma il suo contratto sta per essere rinnovato, la società offre 6,5 milioni mentre Wanda Nara, moglie del giocatore e suo manager, ne vuole 8.

Proprio due giorni or sono Ronaldo ha segnato un gol, trasformando a fatica un calcio di rigore decisivo nel derby contro il Torino, squadra che non ha affatto meritato la sconfitta: il portiere di riserva, l’uruguaiano Salvador Ichazo (aveva sostituito, nel corso della partita, l’infortunato titolare del ruolo), ha intuito la traiettoria del tiro dagli undici metri, ha intercettato il pallone, che però è ugualmente entrato in rete, non certo per un capolavoro di Ronaldo, il quale, nella esagerata e inopportuna euforia del momento, ha compiuto un gesto di prepotente scherno verso l’avversario andandogli incontro, petto contro petto, buscandosi fra l’altro una sacrosanta ammonizione di cui ha riso con ironica soddisfazione.

In questo episodio sono sintetizzate alla perfezione le contraddizioni di uno sport approdato ai più paradossali difetti della società: scorrettezza, presunzione, arroganza.  Lo sport diventa anti-sport per eccellenza.  E i media titubanti, incerti tra celebrare il gol-partita di Cr7 e censurare il suo comportamento inqualificabile. Fare un gol su rigore non è certo un’impresa epica, farlo con un tiro affatto irresistibile dagli undici metri rende quasi ridicola la prestazione, lasciarsi andare ad una spropositata esultanza è segno di ignoranza, irridere l’avversario è segno di stupidità. Alla menata milanista di Higuain (una protesta clamorosa verso l’arbitro per una sacrosanta ammonizione subita) ha fatto seguito quella juventina di Ronaldo. Uno a uno e palla al centro.

Ma l’Inter non può essere da meno: decisamente sotto tono sul campo, è tutta presa dal rinnovo contrattuale di Icardi a suon di milioni, sulla scia di uno gol su rigore al cucchiaio contro l’Udinese (sic!). L’intervento della moglie del calciatore non ingentilisce affatto la vicenda, la rende ancora più assurda e ridicola. Che pazzesco carrozzone!  Un circo dove si esibiscono pagliacci super-pagati e dove il pubblico si diverte a contare i soldi “rubati” dai protagonisti di uno spettacolo provocatoriamente scandaloso. Ci vuole un bel po’ di pelo sullo stomaco per continuare a seguire il calcio. E pensare che sarebbe il più bel gioco del mondo…