Eccesso colposo in demagogia istituzionale

Il titolare di una rivendita di gomme di Monte San Savino, in provincia di Arezzo, all’alba ha sparato e ucciso uno dei ladri scoperti all’interno della sua azienda, dove dormiva dopo aver subito 38 furti in pochi mesi. L’uomo ha raccontato al Pm di essersi svegliato per il rumore dell’ascia usata dai malviventi per spaccare una finestra e di aver sparato d’istinto 3 colpi di pistola. Il 29enne moldavo, colpito all’arteria della gamba, si è accasciato ed è morto. L’altro è riuscito a fuggire. Applausi e grida: “Bravo Freddy” da parte di amici e conoscenti davanti alla sua azienda, mentre la procura lo ha messo sotto indagine per il reato di eccesso di legittime difesa.

“Dopo il decreto sicurezza arriverà in Parlamento la nuova legge sulla legittima difesa. Io sto con chi si difende. Entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato l’accaduto. Il legale di Freddy Pacini ha riferito che il ministro Salvini ha telefonato al commerciante per rappresentargli “la vicinanza delle istituzioni”. “Pacini non se l’è sentita di parlare con il ministro perché è troppo scosso”.

Il tema, già di per sé caldo, è stato surriscaldato da questo paradossale episodio e Salvini non si è lasciato sfuggire l’occasione per cavalcare la tigre della paura. Mi ha colpito il fatto che la persona in questione sia talmente scossa da non sentirsi di parlare con il ministro: significa che questo problema non può essere affrontato con strumentale semplicismo ed ancor meno con demagogica e velleitaria rassicurazione. Uccidere una persona, seppure per legittima difesa, è comunque un dramma, che lascia un segno nell’autore del gesto. Non c’è niente e nessuno da applaudire, non c’è da gridare dei “bravo” a scena aperta, non c’è da scatenare alcuna guerra, ci sarebbe solo da tacere, riflettere e agire con senso di responsabilità ed equilibrio.

Dal momento che esiste la legge sarebbe molto meglio lasciare alla magistratura il difficile compito di applicarla, individuando il limite fra il consentito e l’eccessivo, considerando tutti gli elementi psicologici e umani del caso. Non credo che una sorta di legittimazione della difesa sempre e comunque possa contribuire a risolvere il problema. Da una parte esiste l’ingenua illusione di affrontarlo aumentando le pene o, ancor prima, dando a tutti la possibilità di difendersi con le armi in pugno: mio padre credeva così fermamente alle regole ed alla necessità di rispettarle da ipotizzare addirittura la prevenzione dell’evasione carceraria apponendo un cartello “chi scappa sarà ucciso”. Dall’altra parte c’è chi soffia sul fuoco volendo creare un clima di tensione tale da giustificare la politica del pugno duro.

Ai tempi in cui ero impegnato concretamente in politica, seppure a livello di base, avevo il coraggio di prendere in considerazione l’eventuale disarmo della polizia nei conflitti di lavoro. Mi sentii urlare in faccia che la polizia era meglio rifornirla di cannoni. Storia vecchia! Mia sorella sosteneva che, tutto sommato, non eravamo riusciti a toglierci di dosso le scorie di una mentalità fascista. Non voglio esagerare, ma probabilmente non aveva tutti i torti. Il fascismo, con la scusa di combattere la criminalità, combatteva con violenza anche gli oppositori del regime, previa loro criminalizzazione ideologica e politica.  Stiamo ben attenti a non teorizzare e legittimare le cosiddette “maniere forti”: il più è cominciare, poi non si sa mai dove si va a finire.

Il signor Pacini ha tutta la mia comprensione, posso capire la sua esasperazione, il suo comportamento così come il suo dramma di avere comunque ucciso un uomo. Sono sicuro che il magistrato saprà giudicare equamente la sua difesa. Resta il problema della delinquenza per il quale non mi illudo possa trovarsi una rapida ed efficace soluzione varando una legge del tipo “chi delinque potrà essere ucciso dalla vittima”. Chi ha intenzione di rubare e di aggredire lo farà prendendo le precauzioni del caso, vale a dire operando a mano armata e sparando senza alcuna pietà. Chi subirà l’aggressione, se ne avrà il tempo, sparerà. Alla fine potrebbe succedere come nei film western: una mia amica voleva ironicamente chiedere l’intervento delle pompe funebri per ripulire gli spalti.