“Bagoloni” e antipatici

Ho certi miei originali approcci psicologici assai poco canonici, ma molto ficcanti. Ad esempio preferisco di gran lunga avere a che fare con persone cattive ma intelligenti piuttosto che con soggetti buoni ma stupidi. Raramente si incontrano cattivi-stupidi e buoni-intelligenti. Dalla cattiveria infatti, seppur a fatica, ci si può anche difendere, ma con la stupidità non si può combattere, perché è tempo perso.

I politici del governo legastellato o pentaleghista (non uso la formula giallo-verde, perché il verde preferisco riservarlo alle forze ambientaliste), non sono né cattivi, né buoni (sono sentimenti troppo difficili…), men che meno sono intelligenti (siamo arrivati alla totale incapacità di discernimento). Qual è il contrario di intelligente? Stupido, idiota, lento, tardo, ottuso.   I grillini e i leghisti potrebbero chiedermi: allora tu vuoi dire che noi siamo stupidi? Risponderei: me ne guardo bene dal dirlo, quanto al pensarlo…è un altro discorso. Poi racconterei loro il breve aneddoto che amava mio padre.  Tizio dice a Caio: «Fra nuätor du a ghé un stuppid…mi n’al son miga…». Caio risentito gli risponde: «Co vrisot dir? Che mi son stuppid?». Al che Tizio si rifugia in corner: «A n’al so miga…at la dítt ti…».

La migliore definizione però la individuerei nell’aggettivo parmigiano “bagolón”, termine dal significato complesso, che mette insieme una quantità notevole di difetti, ma suscita un senso di bonario compatimento, quasi di simpatia. Infatti la traduzione italiana è “narratore di cose divertenti, ma non vere”. Insomma “bagolón”, ma “simpàtich”. Ebbene i grillini (nonostante uno dei genitori sia comico di professione), per la verità ancor più dei leghisti, alla “bagolonaggine” non riescono ad aggiungere un pizzico di simpatia, tipico dei ciarlatani alla “Dulcamara”.  Sono anche antipatici. Vogliono fare i primi della classe e già questo atteggiamento, appena sopportabile solamente in coloro che sono effettivamente tali, è alquanto irritante, soprattutto perché politicamente (e non solo…) sono ignoranti come talpe.

Queste divagazioni lessicali mi consentono di meglio giudicare una classe politica emergente su una piattaforma di menzogne a cui gli italiani credono. Quando si scopre un altarino si corre immediatamente a coprirne un altro: al cedimento sulla Tap ha fatto immediato riscontro l’irrigidimento sulla Tav, come da delibera del consiglio comunale di Torino. Prima o poi cederanno anche sulla Tav e sarà la volta del reddito di cittadinanza (sembra infatti che venga rinviato ad una seconda fase legislativa della manovra economica). Quando poi se la vedono brutta fanno le vittime, gridano al complotto dei poteri forti o all’aggressione di tutti gli altri. Se qualcuno, dall’interno del movimento ai diversi livelli, osa criticare, distinguersi, chiedere chiarimenti, viene immediatamente “smerdato” come amico del giaguaro.

C’è una via di paradossale sbocco in fondo al tunnel della “bagolonaggine”. Quando una persona racconta continuamente cose false, arriva il momento in cui non è più creduto anche quando ne dice di vere. Della serie: Chi l’ha dítt? Grillo! Oppure, Salvini! Lasämä pèrdor…