Il minculpop leghista

Non è un fatto di grande rilievo, di quelli che sconvolgono la vita, ma a volte anche le piccole cose hanno molto da rivelarci e insegnarci. Un noto personaggio mediatico, Cristina Parodi, un volto conosciuto a livello televisivo, attualmente in forza alla Rai, è entrata nell’occhio del ciclone leghista, suscitando le ire di alcuni deputati del Carroccio, per avere rilasciato una sua sintetica dichiarazione sulle fortune politiche di Matteo Salvini. Durante la trasmissione “I Lunatici” su Rai Radio2, che peraltro non ho mai avuto l’occasione di seguire, sconfinando peraltro dal suo attuale impegno riguardante la conduzione de “La prima volta” su Rai 1, ha detto: «A cosa è dovuta l‘ascesa di Salvini? All’arrabbiatura della gente. Al fatto che probabilmente non è stato fatto molto di quello che era stato promesso di fare. È dovuta alla paura e anche all’ignoranza. Mi fa paura vedere un tipo di politica che è basta sulla divisione, sui muri da erigere. Vorrei una politica che andasse incontro ai più deboli e che aiutasse questo Paese a risollevarsi in un altro modo».

Apriti cielo! La giornalista, moglie del sindaco PD di Bergamo, Giorgio Gori, avrebbe utilizzato il servizio pubblico radio-televisivo a proprio uso e consumo, facendo propaganda politica alla faccia del pluralismo informativo. Non sembra una reazione uscita dal Minculpop? Meno male che nel clima di lecca e/o paraculismo, in mezzo al ciarpame dei talk show, zeppo di nani (che vanno dietro alla corrente) e ballerine (capaci solo di “sgallonare”, chiacchierare e mostrare moderni ed eleganti tacchi a spillo con la compiacenza dei cameramen), qualcuno esce dagli abiti di scena per riflettere a voce alta e provare a ragionare davanti ai microfoni. Vietare ad una giornalista o comunque ad una conduttrice televisiva, di esporre, in modo peraltro garbato, le proprie opinioni, chiedendone le dimissioni, quello sì che è un attentato al pluralismo informativo.

I deputati leghisti, se vogliono fare opera meritoria e risanatrice in materia Rai, hanno ben altro di cui scandalizzarsi ed a cui guardare criticamente. Non hanno che l’imbarazzo della scelta: dagli sprechi giornalistici di Rai sport alle ripetitive e inutili corrispondenze, dalla futilità degli argomenti trattati al sistematico parlarsi addosso, dalla consolidata e conclamata superficialità alla subdola partigianeria. Le recenti nomine nel consiglio Rai, pilotate in modo vergognosamente fazioso dalle forze politiche dell’attuale governo, non sono certo un approccio serio e corretto alla problematica radiotelevisiva.

Per quanto concerne il merito delle dichiarazioni di Cristina Parodi, devo ammettere di essere perfettamente d’accordo con lei per filo e per segno: la sua sacrosanta piccola “sparata” è perfettamente condivisibile. Non c’è nulla da togliere o da aggiungere. Le cose stanno proprio così. Salvini se ne faccia una ragione e si rassegni alla Parodi…a: non tutti vanno al bar, c’è anche chi riflette e ragiona. Se ha qualche argomento nuovo da aggiungere alle sue continue e stucchevoli “sparate”, lo faccia e non si affidi alle censure messe pedissequamente in atto dai suoi leccapiedi.