Mi sta venendo una benefica “dragarella”

Secondo il quotidiano “La stampa”, mercoledì il presidente della Bce, Draghi, è salito al Colle e ha incontrato il presidente della Repubblica, Mattarella, a cui ha parlato dei rischi “nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli pubblici” italiani. “Draghi ritiene (e di sicuro al presidente ne avrà parlato) che nel governo italiano ci sia una forte sottovalutazione del contesto in cui si sta scrivendo la manovra”, scrive il quotidiano. “L’Italia deve temere il declassamento da parte delle agenzie di rating”, poiché, con la fine del QE (quantitative easing), l’unico sostegno sarebbe l’OMT (piano anti-spread) e dunque una sorta di “commissariamento del Paese”.

L’OMT, Outright Monetary Transactions (transazioni monetarie dirette), altrimenti detto piano anti-spread, è una misura a sostegno dei Paesi in difficoltà finanziarie, ideata dalla BCE (Banca Centrale Europea), la quale effettuerebbe un acquisto illimitato di titoli di Stato a breve termine (tra 1 e 3 anni) sul mercato secondario e la liquidità conseguente sarebbe completamente sterilizzata. L’intervento della BCE dovrebbe essere chiesto dal Paese interessato e sarebbe condizionato alla vigilanza sui bilanci e all’attuazione di riforme strutturali: un commissariamento bello e buono.

Il solo pensare che Mario Draghi abbia il timore di dover intervenire sull’Italia a questo livello mette i brividi e se, come ipotizza “La stampa”, se ne è parlato al Quirinale, ai brividi si aggiungono i sudori freddi. Da una parte l’esistenza di questo filo diretto tra Draghi e Mattarella mette un po’ di speranza sul futuro economico-finanziario dell’Italia: si tratta delle due persone più affidabili che si muovono a livello europeo ed italiano e la loro attenta, competente ed equilibrata azione è garanzia di serietà e correttezza. Meno male che al Quirinale c’è Sergio Mattarella, che non esito a definire “l’ultimo dei giusti” della politica italiana, e che in Europa c’è Mario Draghi, che non esito a definire “il baluardo” dell’esistenza dell’Unione Europea.

Quando un ammalato ha intorno al letto i due migliori medici esistenti, si sente sollevato e rincuorato. Tuttavia, se intuisce, anche senza capirlo con assoluta certezza e precisione, che si stanno preparando al peggio nel caso in cui la salute dovesse precipitare, non sta tanto tranquillo e si chiede il perché di tanto rischio per la sua vita, da dove venga e se non si possa rimuoverne le cause. Il potenziale malato Italia mi sembra in questa situazione: è nelle mani di medici incompetenti, presuntuosi e faciloni, che gli stanno somministrando terapie domiciliari sbagliate, e rischia il ricovero ospedaliero con eventuali cure invasive se non addirittura con interventi chirurgici. Se il malato constata che i propri disturbi permangono e tendono ad aggravarsi nonostante i referti delle analisi e delle indagini effettuate siano rassicuranti, comincia a dubitare e magari si rivolge a qualche medico più attendibile. Il radiologo, guardando le lastre dello stomaco di mio padre, emise un responso che dava il mio genitore sano come un pesce, nonostante i gravi disturbi che lo tormentavano. Dopo qualche mese dovette farsi operare: aveva ben tre ulcere che stavano degenerando… Per fortuna non si era accontentato del referto radiologico e aveva approfondito la situazione con altri specialisti della materia.

Gli italiani sembrano invece fidarsi ciecamente del reparto di medicina di Palazzo Chigi e dintorni, ultimo bollettino medico quello ottimistico di Giovanni Tria: “Una volta che il programma di politica economica del Governo sarà approvato dal Parlamento, si dissolverà l’incertezza che ha gravato sul mercato dei titoli di Stato negli ultimi mesi.  I recenti livelli di rendimento sui titoli di Stato non riflettono i dati fondamentali del Paese, ma con i livelli più allineati le previsioni di crescita e finanza pubblica miglioreranno”. È pur vero che il malato è portato a dare fiducia a chi gli fa la diagnosi più benevola, ma, se le preoccupazioni vengono da Mario Draghi e Sergio Mattarella, non sarà il caso di aprire un poco gli occhi foderati di prosciutto leghista e di scendere sulla terra dalle stelle “grilliste”?