La sinistra non riesce a gridare “Mai con Salvini”

Due manifestanti che hanno partecipato a Bari al corteo antirazzista “Mai con Salvini” sono stati aggrediti e feriti dopo la manifestazione da un gruppo di militanti di CasaPound. È accaduto nel quartiere Libertà. Il corteo si era concluso da poco quando alcuni manifestanti si sono allontanati e sono passati davanti alla sede di CasaPound da dove sarebbe partita l’aggressione. Tra i feriti l’assistente parlamentare dell’eurodeputata Eleonora Forenza, che era stata al corteo.

Non è un fatto di grande rilevanza, ma mi è venuto spontaneo paragonare il piazzaiolo clima politico attuale con quello del secolo scorso. Allora le manifestazioni di massa si sprecavano e la sinistra le promuoveva con una certa facilità: erano cortei sostanzialmente pacifici, anche se molto caldi e palpitanti, a cui faceva seguito il solito corollario di scontri violenti di cui erano protagoniste certe frange estremiste, marginali e malate di protagonismo, che tuttavia non si riusciva ad espellere dal circuito protestatario democratico.

Oggi non esistono manifestazioni di massa del popolo di sinistra: per evoluzione (o involuzione) culturale, per aristocrazia sociale, per insipienza politica, non c’è la forza e la volontà di scendere in piazza per opporsi alla deriva reazionaria e razzista, che sta prendendo sempre più piede nel Paese. Un corteo antirazzista come quello suddetto, un tempo avrebbe avuto un’adesione enorme dal punto di vista quantitativo e qualitativo: oggi è lasciato all’iniziativa di pochi e nel poco fa notizia soltanto la quasi inevitabile scaramuccia finale. Tutto viene tacitato come scontro tra facinorosi di sinistra e di destra, che sono sempre esistiti, ma che attualmente rischiano di essere i protagonisti assoluti della piazza di sinistra, mentre sull’altro fronte il popolo è cavalcato e oligopolizzato da leghisti e grillini su battaglie al limite dell’egoismo razzista e della protesta qualunquista.

Un tempo, quando ci si opponeva accanitamente al neofascismo almirantiano, i soliti contestatori da salotto sostenevano che il vero fascismo non era rappresentato dal Msi, ma da tutto il movimento reazionario e conservatore assai più forte, articolato e onnicomprensivo. Oggi si potrebbe dire altrettanto in riferimento alla Lega di Matteo Salvini? Stiamo ben attenti a non sottovalutare la portata culturale e politica di questo movimento neo-leghista, che gode di un consenso elettorale ampio, anche se provvisorio. Serve opporsi scendendo in piazza? Qualcuno dirà che sarebbe controproducente, che finirebbe col fare il loro gioco. Può darsi, ma esistono dei confini al di là dei quali non si può andare e verso chi sconfina bisognerebbe reagire con sussulti della coscienza e con testimonianze della piazza.

Per semplificare userò di seguito uno schema superato (fino ad un certo punto…). La destra o addirittura il centro-destra è monopolizzato dal neo-leghismo di stampo salviniano; la sinistra a livello popolare in parte è paradossalmente assorbita dalla Lega stessa (la sub-cultura rossa che sta perdendo colore e smalto), in parte è fagocitata dalla protesta qualunquista del M5S (gli sbrigativi, velleitari e ruspanti aderenti all’anti-sistema), in parte rimane legata al Pd (coloro che restano convinti del riformismo di sinistra). Morale della favola: la sinistra non riesce più ad opporsi efficacemente, nelle piazze e in Parlamento. Restano in piazza i pochi “testardi”, che adottano la parola d’ordine del “Mai con Salvini”, in balia delle reazioni violente degli immortali destrorsi da fiera e nelle sedi istituzionali una flebile opposizione, che suscita più perplessità che entusiasmo.