Tremate, tremate, gli eroi son tornati

Poco prima di incontrare Salvini, il premier ungherese, Viktor Orban, ha definito “il mio eroe” e “compagno di destino” il ministro italiano dell’Interno. “Sono molto curioso di conoscere la sua personalità: sono un suo grande estimatore e ho alcune esperienze che forse potrei condividere con lui”, ha detto il premier magiaro prima dell’incontro in Prefettura a Milano.

Quando ero anagraficamente giovane (umanamente mi sento ancora tale) partecipavo convintamente alle manifestazioni di piazza riconducibili alla difesa delle idee di sinistra. Poi, strada facendo, il violento inquinamento, lo storico logoramento culturale e la perdita di spinta ideale mi hanno progressivamente allontanato da queste esperienze. Se fossi stato a Milano, non avrei tuttavia esitato a partecipare alla manifestazione di protesta contro questo connubio politicamente subdolo, istituzionalmente scorretto e culturalmente ignobile.

Viktor Orban è su posizioni di destra nazionalista e mette addirittura in discussione la forma di democrazia liberale occidentale, dichiarando la volontà di liberarsi dai dogmi e dall’ideologia occidentale europea. La filosofia politica di Orban riecheggia i risentimenti di quelle che erano una volta le classi contadine e lavoratrici, promuovendo una difesa intransigente della sovranità nazionale e una sfiducia trasparente nei confronti delle istituzioni europee. È descritto come uno dei più stretti alleati di Netanyahu in Europa. I critici di sinistra lo hanno descritto come irredentista, populista di destra, autoritario, autocratico, putiniano, come uomo forte e come dittatore. Ammetto possa esserci un certo accanimento verso questo personaggio, tuttavia qualcosa di vero ci sarà pure e ciò basta e avanza per renderlo un uomo politico estremamente pericoloso.

In effetti, leggendo le note biografiche di questo capo di governo si intravede lo stampo leghista di Salvini: se voleva, con questo incontro rendere l’idea della sua visione politica, c’è riuscito molto bene. Orban lo ha definito un eroe e un compagno di destino: più chiaro di così! Perché un eroe? Cosa significa? Persona che per eccezionali virtù di coraggio e abnegazione s’impone all’ammirazione di tutti? Credo siano, per assurdo, da considerare eroi coloro che lo votano e lo applaudono. Se è così, mi vanto di essere un vigliacco.

Compagno di destino? Se per destino si intende il susseguirsi degli eventi determinato da una forza superiore alla volontà e al potere umani, lascio Orban e Salvini al loro destino. Se invece si intende prefigurare un legame di scopo fra questi due personaggi, Dio ce ne scampi e liberi. “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. “Chi va col lupo impara ad ululare”. Tutto sommato questo trasgressivo rendez vous milanese tra aspiranti “dittatori” può essere utile, anche se non c’è peggior ceco di chi non vuol vedere. Potrebbe costituire anche una sorta di caricatura abbinata: me lo augurerei. Potrebbe essere la goccia che non fa traboccare il vaso, ma che lo riempie di insidie e preoccupazioni: speriamo che in Europa la prendano sul ridere. Ci sarebbero tutti gli elementi per imbastire una gag satirica: mi hanno raccontato la gustosa trama del film “Sono tornato”, la incredibile e snobbata risurrezione di Benito Mussolini. Nessuno crede all’evidenza, tutti pensano si tratti di un bravissimo comico in vena di imitazioni. Mussolini torna a Villa Torlonia e un gruppo di studenti lo scopre a letto. Forse in questi giorni è tornato in double face, a Milano, in prefettura, sotto mentite spoglie. No, erano solo due comici dal destino comune: quello di far ridere…o piangere.