Un Conte che non conta e…il pallottoliere di Mattarella

C’è voluto il discreto ma opportuno intervento del Presidente della Repubblica per sbloccare la situazione dello sbarco dei naufraghi nel porto di Trapani. Il governo diviso al proprio interno intendeva tenere chiuso il porto ad una nave della Marina Italiana; la polizia veniva invitata a mettere le manette ai polsi dei potenziali richiedenti asilo, rei di presunto ammutinamento sulla Vos Thalassa che li aveva soccorsi in mare; la magistratura era sollecitata ad aprire un’ inchiesta sulla vicenda del salvataggio e del successivo passaggio dei salvati da un rimorchiatore, imbarcazione italiana, ad una nave della Guardia Costiera chiamata in causa dal rimorchiatore stesso; Il sindaco di Trapani  osservava sbigottito lo show salviniano e invitava gli organi competenti ad agire seriamente. Un corto circuito pazzesco, politico, istituzionale, burocratico, sulla pelle dei disperati.

A chi lo criticava per essere stato l’ispiratore della manovra politica per portare Ciampi al Quirinale, con l’affossamento della candidatura più politica di Franco Marini, Massimo D’Alema rispondeva col suo solito tono pieno di piccata, anche se spesso non ingiustificata, supponenza: «Meno male che c’è Ciampi…», intendendo alludere al baluardo istituzionale che egli rappresentava nella confusa situazione politica italiana. «Meno male che c’è Mattarella…» dico io davanti al bailamme governativo a cui stiamo assistendo. Il Capo dello Stato ha preso il telefono e, da quel che si può capire, col suo stile impeccabile di correttezza, senza volersi intromettere più del necessario, ha invitato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a fare il suo mestiere, a esercitare le sue prerogative, a sbloccare una situazione tragicomica.

Sergio Mattarella si deve preparare a svolgere un lavoro straordinario di maestro dell’asilo infantile avente sede a palazzo Chigi e in parecchi palazzi ministeriali. È possibile che gli italiani non capiscano in quale “casino” siamo finiti? Ho solo l’imbarazzo di scegliere tra l’ipotesi degli incapaci da destinare alla pulizia dei cessi ministeriali (parafrasi di un Berlusconi in vena di dire tutta la verità), la deriva fascisteggiante di una destra in cerca di guai (ultimo a delineare questa ipotesi estrema è Gino Strada) e l’inquinamento delle coscienze su cui costruire il peggio possibile della politica (analisi preoccupata ed inquietante di Massimo Cacciari).

C’è qualcosa di assurdo in atto, che viene molto prima della politica: una spaventosa ignoranza. È l’ignoranza dei cittadini-elettori che provoca la presa del potere da parte degli ignoranti oppure è l’ignoranza di una classe politica improvvisata e raffazzonata a coltivare la demenza senile di un popolo allo sbando? Della serie: è nato prima l’uovo populista del razzismo strisciante o la gallina salviniana con i suoi trascinanti “coccodè”? È nato prima l’uovo del qualunquismo protestatario o la gallina grillina dell’antipolitica (la nomina per sorteggio dei parlamentari è uno dei tanti “coccodé” del grillismo fatto sistema)? È nato prima l’uovo dell’egoismo imperante nel nostro vivere (in)civile o la gallina che cova i peggiori pulcini al caldo del populismo isterico e del sovranismo drogato?

In questo autentico pollaio ruspante della politica italiana c’è un Gallo di riserva, che non ama fare “chicchirichì”, ma ha l’autorevolezza per mettere in riga galletti e galline: meno male che c’è Mattarella! Al premier Giuseppe Conte, che fa addirittura tenerezza nella sua inconsistenza politica e culturale, un conte incapace di contare, il presidente della Repubblica ha regalato un pallottoliere per verificare se il due di Salvini sommato al due di Di Maio possa fare quattro e così per tutti gli altri “due più due” in cui si è andato a ficcare in Italia, in Europa e nel mondo. Basterà questo opportuno regalino quirinalizio? Ho forti e seri dubbi.