Calaiò o Cojonó, come dir si voglia

Come i più collaudati ed anziani tifosi del Parma calcio forse ricorderanno, nel 1985 si disputò allo stadio Tardini il match fra il Parma, ultimo in classifica nella serie cadetta ansiosamente alla ricerca della salvezza, e il Bari, primo in classifica e pretendente alla promozione. La partita stranamente e clamorosamente volse a favore del Parma, che al triplice fischio finale era in vantaggio per tre a zero. Sul secondo tempo della partita era però scesa la nebbia e quindi l’arbitro interruppe il gioco per verificare se la visibilità consentisse il proseguimento della partita: il gioco fu fatto proseguire fino alla fine e tutti si apprestavano a festeggiare una vittoria tanto bella quanto insperata. Negli spogliatoi l’allenatore del Bari, Bruno Bolchi, fece notare all’arbitro di non aver recuperato i minuti persi durante il secondo tempo per l’interruzione dovuta alla nebbia. A quel punto l’arbitro Pezzella da Napoli richiamò in campo le squadre per giocare alcuni minuti di recupero, ma la nebbia era nel frattempo discesa così fittamente da non consentire la ripresa del gioco e allora la partita venne considerata sospesa e da rifare totalmente. Proprietario e presidente del Bari in quel periodo era Vincenzo Matarrese, fratello del più importante Antonio, presidente della Lega Calcio. Quattro minuti di recupero con il Parma in vantaggio per tre a zero: ciononostante tutto annullato e da ripetere. Credo di ricordare che il Parma si aggiudicò anche il recupero tra le urla e i fischi contro il Bari e la sua dirigenza. Ricordo come un amico commentasse acidamente l’accaduto sostenendo che in nessuna altra piazza calcistica sarebbe stato possibile un simile episodio di insensata ed evidente scorrettezza arbitrale.

Trovo qualche assonanza tra il tre a zero appioppato al Bari ed annullato dall’arbitro in modo vergognoso e l’attuale promozione in serie A messa in discussione da tre demenziali messaggini inviati per scherzo da Calaiò, centrattacco del Parma, ai suoi ex compagni in forza allo Spezia, squadra che il Parma doveva incontrare nell’ultima giornata di un campionato che si stava concludendo con un certo odore di promozione. Ho letto, così come riportati dalla stampa, i testi di questi messaggi telefonici: ingenuità, stupidità, goliardia, cialtroneria, tutto meno che un tentativo di truccare una partita. Ciononostante la procura federale, dimenticando i fatti gravissimi che infangano il mondo del calcio e dimostrando di avere tempo da perdere dietro simili sciocchezze, manda sotto processo Emanuele Calaiò e il Parma per tentato illecito sportivo. In qualche altra piazza sarebbe già scoppiato il finimondo con guerriglia urbana scatenata per protesta. Finora Parma ha reagito in modo composto, incredula rispetto ad una vicenda paradossale, che sta tenendo banco e condizionando comunque l’avvio del campionato di serie A, dal momento che il Parma potrebbe vedere messa in discussione la sua promozione nella massima serie a favore del Palermo ripescato in extremis.

Indubbiamente Emanuele Calaiò non ci fa una bella figura, ma tra il fare una cazzata ed essere un truffatore calcistico c’è una bella differenza, ancor più per la società del Parma: avere tra i propri tesserati un cretinetto qualsiasi non può diventare un illecito sportivo. Di cretini nel mondo del calcio ce ne sono a bizzeffe. Col metro adottato dalla procura federale forse bisognerebbe sospendere tutto e tutti per chissà quanto tempo. Il pallone è inquinato da squallidi personaggi che ne hanno combinato e ne combinano di tutti i colori, può darsi benissimo che il Parma paghi per tutti in seguito ad una sciocchezzuola tutta da ridere nelle intenzioni e nelle conseguenze. Allora possono venire alla mente altri pensieri malevoli. Può dare fastidio un’arrampicata da record dalla serie D alla serie A in tre anni…Non intendo minimamente soffiare sul fuoco, ma mi sembra si stia configurando una vicenda molto simile a quella sopra ricordata del 1985. Staremo a vedere come finirà. Di certo il ridicolo è già stato raggiunto, speriamo che la commedia non muti in tragedia. Parma è forse una garanzia contro tale rischio e allora qualcuno magari calcola di poter impunemente infierire. Dal momento che il centravanti della squadra sarebbe un “cojón”, non si mettano in testa un brutto pensiero sui parmigiani, i quali hanno tanti difetti meno quello di essere dei “coglioni”.