Lo Zar contro la rivoluzione dei no vax

Ero piccolo, ma serbo un ricordo molto preciso della mia vaccinazione antivaiolosa. Ero con mia madre nella sala d’aspetto dell’ambulatorio comunale dove si svolgevano le vaccinazioni: i bambini piangevano per l’impressione del subire una strana puntura d’ago e per l’austera insofferenza di un’anziana dottoressa. Ero anch’io piuttosto preoccupato, mentre tra le mamme era in corso la discussione sull’obbligatorietà del vaccino. Alcune erano contrarie e dichiaravano apertamente, alla faccia di Jenner e Pasteur, di considerare come un sopruso quella vaccinazione: raccontavano strane vicende di gravi effetti collaterali. Altre erano scettiche sulla validità del vaccino e se ne stavano immusonite ad aspettare con un certo fastidio il loro turno. Altre, come mia madre, senza enfasi e con discrezione, confessando l’ignoranza in materia si affidavano alla scienza e al dovere civico di proteggere i figli da questo rischio.

Sono passati invano oltre sessant’anni e siamo ancora lì.  L’ignoranza continua a farla da padrona, le dispute pseudo-scientifiche si sprecano, mentre a tutto ciò si è aggiunta una massiccia dose di strumentalizzazione politica: l’antipolitica non si può infatti lasciar scappare questa assurda polemica, il no a tutto ciò che viene dalle “inique” leggi comprende anche il no all’obbligo di vaccinare i bambini.  Tra le tante (finte) libertà si tende ad inserire anche quella di vaccinarsi o meno, ammantando la demagogia del rifiuto con la (ir)razionalità della persuasione. Mi pare di ricordare che il nuovo governo abbia fatto la quadratura del cerchio, ribadendo l’obbligatorietà dei vaccini, ma puntando ad un bilanciamento tra il diritto all’inclusione, il diritto all’istruzione e il diritto alla tutela della salute individuale e collettiva.  Persino su questo delicatissimo tema esistono divergenze notevoli ed è in atto la sfida tra Salvini e il resto del governo.

Il clima sociale si è deteriorato al punto che il campione della nazionale italiana di pallavolo e stella della Modena Volley, Ivan Zaytsev soprannominato “lo zar”, è stato preso di mira dagli haters no vax per avere pubblicato sul proprio profilo Facebook una foto con la figlia appena vaccinata. “E anche il meningococco è fatto! Bravissima la mia ragazza sempre sorridente!”: questa la frase, che ha scatenato il popolo del web, pubblicata dal pallavolista. In mezzo alla bagarre di istruzioni ministeriali e regionali, tra libretti ed autocertificazioni, tra scadenze e rinvii, tra multe e campagne informative, tra l’obbligo della legge e la sua riforma affidata ad un tavolo di esperti indipendenti, la ministra della salute Giulia Grillo a chi l’accusa di essere in cima alle battaglie dei non vax, ha replicato: “Non sto in cima a niente”. Poi, bontà sua, ha dichiarato di essere in attesa di un figlio e che lo farà vaccinare. Ha però aggiunto che le legge varata dal suo predecessore, la ministra Beatrice Lorenzin, verrà modificata da M5S e Lega.  Tutto è politica si diceva un tempo. Tutto è anti-politica si potrebbe dire oggi. Tutto fa brodo per un po’ di consenso in più. Sono partito da mia madre e ritorno volentieri a lei: con il suo senso civico, il suo discreto atteggiamento, la sua consapevolezza di non poter giudicare questioni scientifiche, continua compostamente a giganteggiare.