La vaccinazione antigovernativa

“Ritengo che 10 vaccini obbligatori siano assolutamente inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi”. Lo ha detto il vicepremier Salvini il quale ha anche aggiunto: “Nessun bambino può essere escluso dalla scuola e dall’asilo. Su questo c’è il programma della Lega ed è nel contratto di governo”.

“Ci fa piacere che il ministro Salvini s’interessi ai vaccini, ma il tema deve essere discusso anzitutto dal ministro della salute”. Così la titolare del dicastero Giulia Grillo rispondendo al vicepremier. “Voglio ribadire che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione. Prenderemo le decisioni opportune in accordo con gli alleati del governo”, dice la ministra, che aggiunge: “Cercheremo soluzioni per garantire la frequenza dei bambini negli asili nido e dall’altra mettere al centro la revisione del D.L. Lorenzin”.

“Ringrazio il ministro Grillo, sua è la competenza sui vaccini, condivido il suo pensiero, a questo ci atterremo e al contratto di governo”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che aggiunge: “Anche a me, da papà e da ministro, sta a cuore la salute dei bambini e che a tutti sia garantito l’accesso al nido, alla scuola dell’infanzia e alle classi successive. Con tanti medici condivido l’idea che sia meglio educare ai vaccini piuttosto che obbligare. Ci stiamo lavorando. Importante è che a settembre tutti i bimbi siano in classe”.

“Il contratto di governo parla chiaro. Vogliamo rivedere il decreto Lorenzin, assicurando comunque una tutela vaccinale dei nostri bambini. Poi ognuno ha la sua idea sui vaccini e la nostra la conoscete”. Lo ha detto il vicepremier Di Maio, dopo la posizione espressa da Salvini sull’obbligatorietà dei vaccini. “Dieci sono troppi”, aveva detto.

Dopo aver letto in rapida successione i sopra riportati battibecchi governativi, mi sono detto: poveri bambini! Non ho capito niente, ma forse è meglio. C’è il programma della Lega, c’è quello dei cinque stelle e c’è il contratto di governo: per sapere qual è il prevalente, prima o poi, bisognerà porre un quesito alla Corte Costituzionale, che si dichiarerà incompetente e forse passerà la pratica al Consiglio superiore di sanità, non tanto per il problema dei vaccini, ma per verificare la salute mentale dei ministri del governo Conte. In controluce, al di là della grottesca pantomima sui vaccini, emerge un dato politico: gli alleati di governo non sono d’accordo su niente e il loro contratto non vale un fico secco. Ogni questione è buona per fare cagnara elettorale.

“Aridateci er puzzone” gridavano i romani esasperati, nel giugno del 1944, invocando il ritorno di Mussolini, di fronte allo spettacolo ridicolo di alcune epurazioni di presunti collaborazionisti, come il tenore Beniamino Gigli. Nel governo di Salvini (si deve dire così!) tutto costituisce pretesto per una ridicola epurazione generalizzata del passato (dagli immigrati ai vaccini, da Saviano ai rom). E allora ritornino pure quelli che il governo del cambiamento giudica “i puzzoni” del passato. Chi sono? Prendetene uno a caso. Financo Berlusconi!