Più trumpiani di Trump

Il censimento è uno strumento di inventariazione e schedatura dei cittadini: in sé non ha nulla di oppressivo ed autoritario, ma, come la storia insegna, prelude a misure speciali, soprattutto se utilizzato verso particolari categorie di persone. Nel qual caso rischiamo la discriminazione e arriviamo ai limiti della Costituzione. Ogni giorno il loquace ministro degli Interni, Matteo Salvini, ci propina le sue novità scatenando regolari polemiche (ultima la boutade – sono portato ottimisticamente a considerarle come battute da avanspettacolo – di pessimo gusto sui rom): non ho mai assistito ad un simile balletto governativo con tanto di proscenio mediatico.

A proposito di balletti (che lui non poteva soffrire), mio padre mi raccontava come sul palcoscenico del teatro Regio durante una rappresentazione (non ricordo se di Gioconda o di Aida) i ballerini non si reggessero in piedi a causa delle “merde” dei cavalli, abbagliati ed emozionati dalle luci della ribalta. Furono costretti ad intervenire alcuni inservienti per ripulire gli spalti: lascio immaginare le risate del pubblico.

Prescindendo dai contenuti, sarà quindi un bene che i ministri del governo Conte si diano una regolata, così come gli oppositori, che non devono accettare queste provocazioni e cadere nella trappola comunicativa. È pur vero che tutto ha un limite e, ad esempio, con l’ipotesi dell’odioso censimento dei rom, lo si sta ampiamente superando. D’altra parte questa è la vomitevole aria che tira nel mondo. Trump ingabbia i bambini messicani: non so perché, vedendo queste disgustose immagini, mi è caduta addosso l’ingenua fiducia che, nonostante tutto, nutrivo verso gli USA. Il tycoon statunitense sta esagerando e se ne stanno accorgendo sua moglie, la moglie di un suo predecessore, esponenti del suo partito: fortunatamente non profetizza del tutto in patria e ogni tanto si ravvede, ma rischia di essere emulato nella nostra patria, in Italia, da chi sta vaneggiando razzisticamente, un giorno contro gli immigrati, un altro contro i rom. Per cortesia, basta!

Macché! Di Maio accetta la sfida e risponde da par suo, da insopportabile grillo parlante: «Ci sono altri censimenti politici da fare, innanzitutto sui raccomandati nelle aziende dello Stato. Anche alla Rai, ad esempio». Non si è accorto che in Rai sono tutti ben disposti a glissare sui ripetuti infortuni suoi e di questo governo? L’auto-censimento se lo stanno cucinando salendo sul carro del vincitore. I raccomandati rischia di trovarseli in casa, alle prese con dirigenti e giornalisti “più dimaiani di Di Maio”.

Avanti così che andiamo a sbattere! Ma si mettano a lavorare, facciano i ministri e non gli arruffapopolo. Non cerchino a tutti i costi la ribalta su cui ballare: potrebbero fare la fine dei ballerini di cui sopra, smerdati dai cavalli. Non ho idea di chi potrebbe fare la parte dei cavalli: facciamone un probabile censimento ed io mi iscrivo immediatamente in questa categoria. Non invidio il coreografo Conte, costretto a correre sulla scena per ripulire gli spalti ad evitare ulteriori capitomboli ai danzatori del suo strambo governo.

Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere. Una polemica tira l’altra. Sullo sfondo rimane lo spettro di una deriva di odio razziale, di egoismo nazionale, di qualunquismo politico, di sfascismo per non dire fascismo. E i commentatori a dissertare sul sesso dei demoni. Non posso nemmeno vagheggiare una fuga dall’Italia. Dove andare? Durante il fascismo gli oppositori avevano qualche riferimento internazionale. Ricordo il simpatico atteggiamento di un amico, il quale, durante una prova vergognosa della nostra nazionale di calcio, si proponeva di cambiare nazionalità fuggendo in Svizzera, senza soldi ma con un minimo di dignità calcistica da difendere. Oggi non saprei dove andare a sbattere la testa, non tanto per vergogna calcistica, ma per vomito da governo di pulizia etnica. Rimango al mio posto, stringo i denti, e faccio un mio censimento. Quale? Lo dirò quando verrà il momento…