La pietà di Melania

Il poeta Andrea Chénier, nell’omonima opera di Umberto Giordano, ai tempi della rivoluzione francese, di fronte al lusso sfrenato e provocante di una festa in casa di una nobile famiglia, dopo aver subito le risate di scherno delle vacue ed eleganti giovani nobildonne, improvvisa un canto all’amore difendendo i suoi ideali contro i costumi corrotti dell’epoca. Rivolgendosi alla contessina Maddalena dice: «In cotanta miseria…sol l’occhio vostro esprime umanamente qui un guardo di pietà, ond’io guardato ho a voi si come a un angelo. E dissi: ecco la bellezza della vita».  Forse direbbe così anche oggi rivolgendosi a Melania Trump, la bella moglie del presidente americano, scesa in campo per la prima volta su una questione politica, criticando il marito per la linea dura contro gli immigrati al confine col Messico.  Ha coraggiosamente affermato: «Odio vedere bimbi separati dalle loro famiglie».

I bambini, separati dai genitori, sono bloccati in gabbie di metallo costruite all’interno di magazzini nel sud del Texas. Una condizione che molte associazioni definiscono “disumana”. In alcune gabbie erano sistemati 20 bambini, con bottigliette di acqua sparse ovunque e fogli di carta stagnola usati come coperta.  L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto agli Stati Uniti di interrompere la separazione, al confine con il Messico, dei bambini migranti dai loro genitori, giudicandolo un comportamento censurabile ed inaccettabile: «Il pensiero che qualsiasi Stato cerchi di scoraggiare i genitori infliggendo questi abusi ai bambini è inammissibile».

Non so come l’abbia presa Donald Trump. Le donne hanno comunque sempre una marcia in più e riescono a far pesare il cuore anche nelle faccende politiche. Maddalena di Coigny lo fece agli albori della rivoluzione francese, Melania Trump lo ha fatto in piena rivoluzione anti-immigrati. La settecentesca contessina, almeno nell’opera di Giordano, riscatta tutte le pecche della sua nobile famiglia, innamorandosi di Andrea Chénier e morendo per amore insieme a lui, vittima del terrore pseudo-rivoluzionario. Alla fascinosa first lady statunitense non mi sento di chiedere tanto, mi accontento del suo “guardo di pietà”, auspicando che possa essere contagioso a livello americano, internazionale e financo italiano.

Spesso mi chiedo se i politici abbiano fidanzate, mogli, compagne che possano farli ragionare e ridurli a più miti consigli. Un mio carissimo amico, alludendo ai rapporti di coppia, sosteneva che i cuscini parlano. Parlassero pure, ma in senso umano e non in senso affaristico o carrieristico. Temo infatti che a volte la donna, strumentalizzando il proprio indubbio ascendente, possa spingere il suo partner a commettere azioni scorrette sul piano economico e sociale, ma mi piace di più immaginare un influsso benefico della donna sull’uomo. Mi ha colpito una frase banale detta da Matteo Salvini a giustificazione di una candida camicia indossata in contrasto con la verde divisa di partito: «È stato un ordine di mio figlio bambino, l’unico in grado di darmene». Ci vorrebbero anche altri a chiedere a Salvini di uscire dagli stereotipi leghisti che si è imposto. Magari la sua compagna, che dicesse: «Odio vedere gli immigrati respinti al mittente con le loro navi sballottate in mare alla ricerca di uno scalo umanitario». Non mi illudo, ma la speranza è sempre l’ultima a morire, soprattutto quando ci sono di mezzo delle donne.