Un incidente diplomatico al giorno aumenta il consenso intorno

Prima la Tunisia, poi Malta, poi la Francia, per non parlare dell’Europa tutta: in pochi giorni il governo italiano, tramite soprattutto il suo ministro degli Interni, Matteo Salvini, è riuscito a incasinare i rapporti con diversi Stati in un assurdo crescendo polemico fine a se stesso. Il ministro dell’economia, Tria, ha annullato il viaggio in programma a Parigi, dove avrebbe dovuto incontrare l’omologo francese Le Maire. Il ministro degli Esteri Moavero Milanesi ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore di Francia in Italia Masset e, data la sua assenza da Roma, ha ricevuto l’incaricata d’affari Raulin. Il ministro italiano ha detto che il governo considera “inaccettabili” le dichiarazioni pubbliche rese a Parigi, anche a livello governativo, sul caso Aquarius: «Stanno compromettendo le relazioni Italia-Francia. Parigi assuma iniziative per sanare la situazione».

Salvini si scatena: «I francesi fanno i fenomeni, ma hanno respinto più di 10 mila persone alle frontiere con l’Italia, tra cui moltissime donne e bambini. Sommessamente ricordo che, sul fronte Nord Africa, tutti paghiamo l’instabilità portata proprio dai francesi in Libia e a sud della Libia. Se i francesi avranno l’umiltà di chiedere scusa, pari e patta, amici come prima per lavorare in tutte le sedi. Però gli insulti da parte di chi respinge e chiude i porti non ne accettiamo. Se non ci sono scuse ufficiali, Conte fa bene a non andare a Parigi». Nel suo primo intervento al Senato, in occasione del dibattito sulla vicenda migranti Aquarius, Salvini ha ringraziato la Spagna augurandosi che eserciti la sua generosità anche nelle prossime settimane. «L’Italia, ha osservato polemicamente, accoglie 170 mila migranti e la Spagna 16 mila». E alla Francia ha detto: «Macron passi dalle parole ai fatti».

Cosa ha detto di tanto sconvolgente e offensivo la Francia. Il portavoce di En Marche, partito del presidente francese, aveva definito “vomitevole” la chiusura dei porti italiani e Macron aveva bollato il comportamento di Roma come cinico e irresponsabile. Mi permetto di essere perfettamente d’accordo con Macron anche se il suo pulpito non è certamente molto credibile. Aggiungo che effettivamente l’Europa non ha sufficientemente aiutato l’Italia nella sua azione verso i migranti.

Bisogna comunque fare qualche osservazione. Mi pare innanzitutto che i numeri, snocciolati da Salvini per sbugiardare e sputtanare gli altri Paesi europei, siano parziali e non tengano conto dell’intero fenomeno migratorio. Se infatti si guarda al numero totale di migranti inseriti nei Paesi europei in proporzione al numero degli abitanti, la graduatoria vede l’Italia in posizione piuttosto defilata. Quindi rifiutiamo pure le reprimende francesi, ma non facciamo ad oltranza i primi della classe e le vittime della situazione. In secondo luogo i problemi non si avviano a soluzione con gli incidenti diplomatici e con le schermaglie polemiche, ma con una azione seria di confronto e dialogo con i partner europei, mettendoli di fronte alle loro indubbie responsabilità, ma ricordando oltretutto che il gioco al massacro potrebbe comportare l’apertura dei nostri armadi, da cui potrebbero spuntare scheletri imbarazzanti. In terzo luogo non si può ammiccare ai Paesi dell’Est-Europa per omogeneità populista e sovranista, dimenticando che i loro stati, dopo aver beneficiato di enormi aiuti, sputano nel piatto dove mangiano e si chiudono a riccio verso i migranti nord-africani, senza considerare che pure loro hanno sbolognato parecchi cittadini verso l’Europa più sviluppata e questi non sono tutti stinchi di santo nei loro comportamenti fuori dalla patria.

Mettiamoci pure contro tutti, sbattiamo i pugni sui tavoli, suscitiamo l’orgoglio nazionale riveduto e corretto per incrementare i consensi elettorali, minacciamo rappresaglie e vendette, ma non dimentichiamo la barzelletta di quel marito cornuto e mazziato: per schivare gli improperi e le bastonate della moglie, si rifugia sotto il letto. Al reiterato e autoritario invito della moglie ad uscire dal penoso nascondiglio, egli, con un rigurgito di machismo, risponde: «Mi  fagh cme no vôja e stag chi!». Il ministro Salvini, con Giuseppe Conte a reggere un penoso moccolo ed il M5S a succhiare opportunisticamente la ruota, constata come l’Italia si sia nel tempo ficcata sotto il letto, per difficoltà storiche e debolezze congenite, ma anche per colpe non piccole di governi in cui la Lega era presente ed operante, ed ora intende fare la voce grossa e medita seriamente di venirne fuori con intenti politicamente bellicosi. Semplicemente ridicolo!