Scarpe grosse, cervello fin…ito

Se devo essere sincero fino in fondo non ho capito l’umore dei miei connazionali che li ha portati ad esprimere un voto superficiale ed irrazionale, tale da comportare la nascita di un governo carico di incognite a tutti i livelli. Consiglierei a tutti di leggere i commenti della più altolocata stampa internazionale per rendersi conto in quale imbarazzo politico ci siamo ficcati: non saranno tutti servi dei mercati e paladini del capitalismo…Stiamo diventando il laboratorio della più insensata sperimentazione antipolitica.

Ho messo in parallelo le strampalate prime mosse del nuovo ministro dell’interno Matteo Salvini con le calibrate dichiarazioni rese dall’ex ministro dell’interno Marco Minniti e mi sono chiesto: possibile che gli italiani fra uno sbracato venditore ambulante ed un misurato negoziante preferiscano il primo, rischiando, una volta tornati a casa, di verificare che la merce comprata è taroccata e non serve a niente? Incredibile, ma vero!

Da una parte un personaggio, persino simpatico nella sua esibita ignoranza, con le scarpe grosse che lascerebbero immaginare un cervello fino (senonché poi ci si accorge in fretta che il cervello è ben più grosso delle scarpe), che recita a soggetto in una materia delicatissima dove l’errore comporta smisurate conseguenze a tutti i livelli, che considera il fenomeno migratorio come un lusso per i buonisti in vena di affarismo, che lo tratta come se fosse un problemuccio italiano da risolvere all’italiana; dall’altra parte un personaggio capace di inquadrare i problemi e di proporne graduali e pragmatiche soluzioni, discutibili ma credibili, che dimostra di avere almeno la consapevolezza del quadro complessivo entro cui operare (e non è poco), di possedere la capacità di tentare la coniugazione fra solidarietà e sicurezza, di calare il problema degli immigrati nel contesto mondiale da cui prende le mosse.

Non ne faccio un problema ideologico (anche se i confini col razzismo sono molto labili), non ne faccio un problema politico (anche se destra e sinistra si stanno rivelando categorie diverse e tutt’altro che superate), non mi rifaccio puramente al discorso etico (anche se l’attenzione e il rispetto per l’uomo dovrebbe essere il presupposto di ogni azione di governo), non entro nemmeno nel merito (troppo complesso, ci sarà tempo e modo di ritornarci sopra) e mi limito a mettere sul piatto della bilancia due modi intendere la politica così ben impersonificati da questi due  ministri a confronto (uno entrante ed uno uscente). Ebbene prendo atto a malincuore che gli italiani preferiscono buttare il prete nella merda piuttosto che ragionare col prete. In democrazia la maggioranza ha sempre ragione. Ne siamo proprio sicuri? E se, per caso, la maggioranza non ragiona…Nel dibattito sulla fiducia al governo in Senato è intervenuta Liliana Segre, recentemente nominata senatrice a vita. Consiglierei a tutti di leggere il testo del suo intervento, se fosse possibile ne renderei obbligatoria la lettura prima di ogni e qualsiasi discussione politica, soprattutto prima di recarsi alle urne: una sorta di preghiera laica mattutina. Forse potrebbe agevolare un ravvedimento operoso rispetto a quanto successo lo scorso quattro marzo. Non è mai troppo tardi.