25/02/2018

Letture bibliche nella liturgia del giorno

 

Genesi 22,1-2.9a.10-13.15-18; Salmo 115; Romani 8,31b-34; Marco 9,2-10.

 

Riflessione personale

 

Oggi va in scena il prologo della Risurrezione. Come in un’opera lirica si intravede quanto dovrà succedere, anche se non lo si capisce fino in fondo. Pietro, Giacomo e Giovanni, che assistono a questa Trasfigurazione di Gesù, si chiedono cosa voglia dire risuscitare dai morti.  Forse abbiamo fatto l’abitudine all’idea di questo nostro meraviglioso destino. Scrive san Paolo ai Romani: «Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?». Risusciteremo anche noi! Vivremo per sempre nell’amore di Cristo, il quale ci saprà difendere quale impareggiabile avvocato (il difensore sedeva a destra in tribunale).

C’è da rimanere stupiti di fronte al mistero fondamentale della nostra fede e infatti gli apostoli ad una prima parziale manifestazione di tale mistero rimasero spaventati e sconvolti, vaneggiarono. Faticarono a credere alla Risurrezione di Gesù: era ed è un fatto talmente grande…Noi vinciamo la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada, per virtù di colui che ci ha amati e da cui niente potrà mai separarci.

Quando viviamo un momento meraviglioso, pensiamo all’unione totale con la persona amata, vorremmo che non finisse mai: un sacerdote amico mi prospettò arditamente che il premio eterno potrebbe essere simile all’estasi di un infinito atto d’amore. Scendendo dal monte della Trasfigurazione Gesù ordinò ai tre privilegiati apostoli di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti. Lo fece probabilmente per prudenza e perché non poteva pretendere troppo da questi suoi generosi apostoli. Ora la prudenza lascia il posto alla certezza, siamo più attrezzati dal momento che viviamo nel dopo Risurrezione di Cristo: dobbiamo credere e annunciare questo evento incredibile ma vero. Non ce ne rendiamo conto. Dio, che aveva promesso un futuro infinito ad Abramo perché era stato disponibile a sacrificare suo figlio, si sostituisce ad Abramo, sacrifica suo Figlio e ci dona così la vita eterna.

La sera in cui le spoglie di mia sorella Lucia sono state portate nella camera mortuaria di Villa S. Bernardo, mi è sembrato di risvegliarmi da un bruttissimo sogno, un inarrestabile concatenarsi di eventi tragici che distruggevano una persona a livello fisico e persino mentale, ma purtroppo mi accorgevo che si trattava della realtà. La morte sembrava avere avuto il sopravvento nonostante che la “battagliera” Lucia avesse cercato di arginarla. Contemporaneamente mi sono fatto questa riflessione, poco teologica ma molto umana: non può finire tutto così, sarebbe una beffa più che colossale. Tutto sommato è più difficile credere nella morte, che ci scaraventa nel nulla, che nella vita oltre la morte. E poi ce lo ha dimostrato Gesù. Se non ci fidiamo di Lui, di chi potremo fidarci?